La Gran Bretagna al voto. Intervista con Ralf Dahrendorf. I programmi elettorali a confronto. Il paese dopo diciott’anni di thatcherismo.
Tra fiamminghi e valloni i rapporti non sono buoni. E in dieci anni la situazione potrebbe precipitare sfociando in una guerra civile.
Secondo Milton Friedman, premio Nobel per l’economia, democrazia e libero mercato non sempre vanno d’accordo.
Cosa c’è di più tonificante di un bel tuffo tra i ghiacci? E per chi preferisce rilassarsi, ci sono le accoglienti terme di Sandunij. Le foto di James Hill.
Il grande progetto dell’illuminismo ci ha lasciato credere che esistesse un legame costitutivo tra scienza e democrazia. Ma era solo un sogno.
Sir Simon Rattle è senz’altro il direttore d’orchestra più popolare in Gran Bretagna. Eccolo in una chiacchierata tra amici sulle illustri pagine di Gramophone.
Il gruppo editoriale Prisa, proprietario del País, è al centro di una bufera politica ed editoriale. E accusa il governo di volere imbavagliare i media indipendenti.
Secondo il New York Times, Andreotti è un’anomalia tutta italiana: accusato di avere rapporti con la mafia ma apprezzato per la sua abilità politica.
La nuova generazione ha deciso di impegnarsi in prima persona. Contro l’inerzia e la corruzione delle istituzioni.
Il primo maggio la Gran Bretagna vota. Vinceranno i laburisti, dicono tutti. Ma cambierà solo l’atmosfera, non la politica concreta sostiene il politologo Ralf Dahrendorf in un’intervista a Die Zeit.
Le prove per il secondo album si svolgono in cucina, il suo regno. I Beatles, Celentano e la tradizione zigana offrono il ritmo alla sua voce unica, che ricorda il Mediterraneo.
Basta un semplice contatto per essere privati del proprio sesso. Le denunce di questo particolare tipo di furto si moltiplicano. E anche i casi di giustizia sommaria.
Dopo una marcia di migliaia di chilometri, i campesinos brasiliani sono arrivati nella capitale. Dove hanno trovato la solidarietà della popolazione.
Una risoluzione dell’Onu permette la vendita di petrolio in cambio di cibo. E gli iracheni sperano in un miglioramento delle loro condizioni di vita.
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