Quattordici milioni di sieropositivi, poco meno del sei per cento della popolazione totale. È il bilancio della diffusione dell’epidemia in Africa. Ma le campagne di prevenzione cominciano a dare i primi risultati.

Sulla stampa europea le notizie dai paesi latinoamericani occupano uno spazio simile a quelle dall’Antartide. Perché? Un settimanale uruguaiano lo ha chiesto a quattro giornalisti europei. Ecco le risposte.

Secondo lo scrittore Chang-rae Lee, dietro i comportamenti seguiti alla crisi economica potrebbe covare un risentimento nei confronti dei governi.

La crisi asiatica può mettere in pericolo l’economia mondiale, sostiene il finanziere George Soros.

A Miami, in Florida, lo spagnolo ha sostituito l’inglese nell’uso comune. E i cittadini di origine statunitense cominciano a sentirsi discriminati.

“Il circo era il luogo più affascinante del mondo, poi si è trasformato in uno spettacolo per bambini.” Incontro con Leo Bassi, un provocatore tranquillo.

Il governo vuole creare un’area ad alta tecnologia, il Supercorridoio multimediale. Ma la crisi economica e il sistema repressivo non aiutano i geni del software.

Maggio 1968 a Parigi, in corteo verso la Bastille. Sulle spalle di un amico Caroline sventola fiera una bandiera. E diventa il simbolo di quegli anni. Storia di una foto che cambiò la vita di una ragazza dell’aristocrazia.

La legge giordana prevede pene molto miti per un parente che uccida una donna sospettata di adulterio. Perché il buon nome della famiglia viene prima di tutto?

La Filarmonica di Israele non ha mai eseguito la musica di Richard Wagner, morto nell’Ottocento ma considerato un simbolo del nazismo. Storia di una grande orchestra divisa tra l’amore per l’arte e il rispetto del suo pubblico.

La denuncia del Figaro sul coinvolgimento francese nel genocidio in Ruanda del 1994 non ha suscitato nessuna reazione. Il commento di William Pfaff.