Il sogno di Lula
Una scrittrice portoricana racconta la storia di questa terra di colonizzatori, pirati e schiavi che ha conservato l’originaria esuberanza caraibica
il grande successo ottenuto da Luiz Inácio “Lula” da Silva al primo turno delle elezioni presidenziali apre in America Latina la possibilità di una via intermedia tra il neoliberismo degli anni novanta e il modello statalista dei decenni precedenti
La rovina della classe media
Genocidio: una parola nuova per un crimine antico. Le immagini di Simon Norfolk presentate da Michael Ignatieff
Non ci sono delusioni peggiori di quelle dovute alle promesse che non si possono mantenere
“Credo che per la politica economica del mondo, Bush sia molto più pericoloso di qualunque candidato brasiliano. E se devo scegliere tra Bush e Lula, scelgo Lula”. Sono parole di Joseph Stiglitz raccolte dal quotidiano brasiliano O Globo.
Nobel per l’economia, ex numero due della Banca mondiale, Stiglitz è un feroce critico dell’establishment economico. È stato anche consigliere di Clinton, proprio durante quei ruggenti anni novanta di cui parla a pagina 32. Anche se le sue affermazioni possono sembrare forti (“Ci siamo talmente concentrati su come gestire la globalizzazione per averne profitti immediati, da diventare ciechi di fronte a ciò che stiamo facendo a noi stessi e al mondo”), Stiglitz in fondo è un moderato, non un rivoluzionario.
E ancora sul candidato brasiliano dice: “Il lato positivo di Lula è che si tratta di una persona onesta, che dice quello che pensa”. Leggi
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