Il diario di Anna Politkovskaja, la giornalista russa chiamata dai terroristi per negoziare
Gli scenari successivi a un’eventuale guerra
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È da tempo che Anna Politkovskaja segue la guerra in Cecenia per il suo giornale, la Novaja Gazeta. Ha sfidato la censura e perfino i militari russi, che l’hanno arrestata ed espulsa.
Come lei ci sono altri giornalisti che testardamente cercano di raccontare al resto del mondo quello che succede laggiù, a Grozny. Ma sono pochi. Minacciati dai russi, visti con sospetto dai ceceni, non sempre appoggiati dai direttori dei loro giornali. Quando nelle guerre i giornalisti non possono fare il loro lavoro, è il segnale che cominciano i massacri. I terroristi ceceni non hanno nessuna giustificazione, ma non è giustificabile neanche la guerra selvaggia scatenata da Mosca.
Anna Politkovskaja scrive che solo il dialogo potrà evitare che si ripetano tragedie come quella del teatro Dubrovka. Non l’hanno ascoltata. Adesso “nessuno potrà sentirsi sicuro in nessun luogo”. Leggi
Anna Politkovskaja è una giornalista del settimanale russo Novaja Gazeta e dal 1999 segue la guerra in Cecenia. Con i suoi articoli ha sfidato la censura di Mosca, parlando delle atrocità commesse dall’esercito russo contro la popolazione civile. Nel febbraio del 2001 è stata arrestata dai militari russi ed espulsa dalla Cecenia. Malgrado le minacce ricevute dalle forze di sicurezza ha continuato a scrivere dalla zona del conflitto. Il commando ceceno che ha preso in ostaggio quasi ottocento persone nel teatro Dubrovka di Mosca ha chiesto che fosse lei a condurre i negoziati con le autorità. Questo è il suo diario. Leggi
Dal 1999 sono morte o scomparse migliaia di persone. E la recente scoperta di fosse comuni conferma che Mosca vuole mantenere il segreto sulle atrocità commesse dal suo esercito. Il reportage di Le Monde
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