Dietro le notizie: Seymour Hersh, Paul Kennedy, Mark Bowden, Paul Virilio
“Cara america, questa è una lettera difficile da scrivere perché non so più chi sei. E forse lo stesso problema l’abbiamo in tanti.”
Rivolta a Bassora, conquistata Umm Qasr, missili Scud sul Kuwait. Sì, no, forse. Giorno per giorno le dichiarazioni e le smentite sulla guerra in Iraq
Un saggio di Michael Ignatieff: se i prossimi conflitti si combatteranno sugli schermi, servono nuovi strumenti per definirne la legittimità
I paesaggi della Groenlandia hanno qualcosa di ultraterreno. E i suoi abitanti conducono una vita surreale tra tradizione e modernità
L’informazione di guerra è nelle mani dei giornalisti embedded, “arruolati” nell’esercito. Per i media indipendenti è sempre più difficile scavalcare la propaganda ufficiale
Il fumetto di Marjane Satrapi
Le difficoltà delle prime settimane di guerra hanno fatto esplodere i contrasti tra il segretario alla difesa Donald Rumsfeld e gli strateghi del Pentagono. Ecco l’inchiesta di Seymour Hersh che ha scatenato la polemica
Ci sono persone che dicono: il 72 per cento degli americani appoggia questa guerra. Quindi chi è contro la guerra è anche contro gli americani, non solo contro Bush. Risultato: i pacifisti sono antiamericani. Peccato che chi cita quel sondaggio si scordi di citarne altri due. Il 51 per cento degli americani è convinto che dietro l’11 settembre ci sia l’Iraq. E il 65 per cento degli americani non è capace di individuare l’Iraq su una carta geografica. Come dire: le nostre opinioni si formano a partire dai dati che ci vengono messi a disposizione. “Continuare la guerra avrebbe avuto costi umani e politici incalcolabili. Saremmo stati obbligati a occupare Baghdad e governare il paese. La coalizione si sarebbe spezzata. Gli arabi si sarebbero arrabbiati. Andare al di là del mandato Onu avrebbe vanificato il nostro tentativo: stabilire un precedente internazionale nella risposta a un’aggressione”. Sono parole di George Bush senior, in un’intervista del 1998 a Time sulla prima guerra del Golfo. Come dargli torto? Leggi
I generali americani pensavano di arrivare a Baghdad accolti a braccia aperte dagli iracheni. Ma la battaglia che li aspetta potrebbe essere molto più dura di quanto immaginavano
Quattro quinti delle transazioni, la metà delle importazioni e due quinti delle riserve valutarie internazionali sono in dollari. Ma l’Ue sta allargando gli spazi per la sua moneta. La lotta tra le due valute si gioca sul petrolio
Oggi le tv possono riprendere il campo di battaglia. Ma le immagini e le notizie sulla guerra sono un fiume in piena che nasconde la realtà del conflitto. Intervista con Paul Virilio
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