Abu Mazen ha dichiarato di aver restituito i soldi perché Israele ha trattenuto un terzo dei fondi per coprire i debiti palestinesi
Il leader palestinese Abu Mazen si è rifiutato di incassare milioni di dollari derivanti dai soldi delle tasse e dei dazi doganali che il governo israeliano raccoglie ogni mese per conto dei palestinesi. Abu Mazen ha dichiarato di aver restituito i soldi perché Israele ha trattenuto un terzo dei fondi per coprire i debiti palestinesi e ha minacciato di portare il governo israeliano di fronte alla Corte penale internazionale se non restituirà la cifra totale (secondo i palestinesi circa 450 milioni di dollari).
Il denaro serve al governo palestinese per pagare i dipendenti pubblici e i servizi per la popolazione dei territori occupati. Israele aveva congelato il trasferimento del denaro a gennaio per protestare proprio contro la richiesta della Palestina di aderire alla Corte penale internazionale, ma in seguito aveva fatto in parte marcia indietro.
La Palestina è diventata ufficialmente un paese membro della Corte penale internazionale (Cpi). Nella sede del tribunale all’Aja si è svolta una cerimonia nel corso della quale il ministro degli esteri palestinese Ryad al Malki ha ricevuto una copia simbolica dello statuto di Roma, il trattato internazionale che definisce i princìpi fondamentali della corte. L’ingresso della Palestina offre la possibilità di aprire un fascicolo contro i leader israeliani per crimini di guerra e crimini legati all’occupazione.
L’ambasciatore palestinese all’Onu, Riyad Mansour, aveva consegnato ufficialmente la domanda di adesione della Palestina alla corte il 2 gennaio, dopo la bocciatura da parte del Consiglio di sicurezza della risoluzione palestinese per la fine dell’occupazione israeliana in Cisgiordania. Poco dopo il presidente Abu Mazen aveva presentato alla corte un documento in cui autorizza la procuratrice Fatou Bensouda ad avviare le indagini su chiunque sia sospettato di crimini nei Territori palestinesi dopo il 13 giugno 2014. Afp
Israele ha deciso di congelare il trasferimento di più di 127 milioni di dollari alla Palestina, derivanti dai soldi delle tasse e dei dazi doganali che il governo israeliano raccoglie ogni mese per conto dei palestinesi.
La decisione, voluta dal premier Benjamin Netanyahu, è stata annunciata in risposta alla richiesta da parte della Palestina di aderire alla Corte penale internazionale.
Il contributo mensile raccolto da Israele permette al governo palestinese di pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e di far funzionare i servizi per la popolazione dei territori occupati. Ha’aretz, Reuters
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