La vita quotidiana nella capitale libica raccontata dal regista Khalifa Abo Khraisse.
Vorrei che le cose non fossero andate come sono andate, che la situazione in Libia oggi fosse diversa, ma sbaglia chi dice che era meglio con Gheddafi. Leggi
La bellezza qui in Libia è una necessità, un importante fattore di sopravvivenza, naturalmente accanto al talento di nascondersi sotto gli occhi di tutti. Leggi
A Tripoli un uomo si è suicidato come Mohamed Bouazizi, che innescò la rivoluzione tunisina. Ora si vuole nascondere la sua storia. Leggi
Il 26 maggio, un giorno prima dell’inizio del Ramadan, diverse milizie provenienti da Misurata e da qualche altra città hanno ricominciato a combattere a Tripoli. Leggi
Sapevo già abbastanza di come vanno le cose in Libia, ma era la prima volta che potevo vedere al lavoro le unità di contrasto all’immigrazione irregolare. Leggi
La quarta bozza della carta costituzionale riporta i militari in primo piano e discrimina le donne. Leggi
La comunità internazionale invita continuamente i politici di Tripoli a sedersi e a fare pace. Leggi
“Quando torni dalla Tunisia?”. Ho capito che qualcosa non andava quando mia sorella ha chiesto di parlare con me al telefono. Da quando ero partito per la Tunisia, il 19 febbraio, a Tripoli c’erano stati violenti scontri. Avevo programmato di restarci per qualche giorno per un lavoro, ma subito dopo la partenza ho temuto che si sarebbe scatenato l’inferno: tutti gli indicatori puntavano in quella direzione e io sapevo che era solo una questione di tempo. Leggi
Il 2 febbraio il primo ministro italiano e il primo ministro del governo di accordo nazionale libico Fayez al Serraj hanno firmato un memorandum di intesa per fermare l’arrivo dei migranti in Europa. Nel memorandum si dichiara l’intenzione di rinchiuderli nei centri di detenzione di prossima costruzione in Libia e di offrire sostegno finanziario e addestramento alle forze di sicurezza libiche affinché sorveglino i confini della Libia. Leggi
Le autorità della Libia orientale hanno sequestrato a un posto di blocco un camion che trasportava libri, viaggiando dalla città di Tobruk a Bengasi. La confisca è stata spiegata in questi termini: “I libri promuovevano lo sciismo, il sufismo, il cristianesimo, l’ebraismo, il secolarismo, l’ateismo, la Fratellanza musulmana, la pornografia e la stregoneria. C’erano inoltre dei libri dell’organizzazione ebrea di Daesh”, il nome in arabo del gruppo Stato islamico. Leggi
All’inizio del 2017 la situazione a Tripoli non era incoraggiante. Le interruzioni di energia elettrica duravano almeno quindici ore al giorno, erano stati sospesi i servizi idrici e mancava il gas per uso domestico. A completare il quadro è arrivata un’improvvisa ondata di freddo e forti piogge. Leggi
Romanzi e film descrivono quanto di bello e poetico c’è nel modo di vita delle tribù nomadi, ma pochi parlano delle ingiustizie e delle difficoltà che questa gente subisce. Sono dei paria, costretti a continuare a vagare perché l’unica alternativa che hanno è abbandonare la loro identità. Leggi
Da più di una settimana a Tripoli circolano nuovi appelli alla disobbedienza civile. Molti attivisti hanno cercato di organizzare manifestazioni in città, ma solo un piccolo gruppo di persone è riuscito a radunarsi. Non credo però che la disobbedienza civile potrà cambiare le cose. Il ricorso a forme di protesta non violente di solito ha lo scopo di influenzare l’azione legislativa o le politiche del governo, ma nel nostro caso su chi di preciso dovremmo fare pressione? Leggi
Da un punto di vista politico, la situazione con i due governi a Tripoli è ancora confusa. Dopo qualche settimana segnata da scontri di poco conto, i due governi hanno cominciato a ignorarsi. Intanto, però, il giovane scrittore e blogger libico Khalil Hassi ha denunciato su Facebook una serie di intimidazioni. Leggi
Il 20 ottobre è stato l’anniversario della morte di Muammar Gheddafi. Molti ne hanno approfittato per rimpiangerlo, diffondendo le solite falsità nostalgiche su di lui attraverso siti e blog. Ma per ricordare chi era veramente l’ex dittatore libico sarebbe utile andare a rileggere alcune pagine del suo Libro verde. Leggi
Partecipare al festival di Internazionale a Ferrara è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Non è stata una cosa facile, anzi. Ci ho messo due mesi per organizzare il viaggio dalla Libia all’Italia. Leggi
Né i due governi libici né le Nazioni Unite sanno come portare il paese fuori della crisi. E a Tripoli due autobombe sono esplose senza fare vittime. Di solito quei luoghi sono affollati ma l’8 settembre erano deserti perché le persone erano in fila altrove a fare la fila davanti alle banche e ai distributori di benzina. Leggi
I nostri bisnonni avevano un geniale sistema di denominazione: davano ad alcune cose nomi che contraddicevano il loro significato e la loro natura (sì, come se la nostra cultura non fosse già abbastanza complicata). Leggi
Rileggere vecchie lettere è come ricevere un messaggio dal passato. A volte è come leggere un libro al contrario, quando sai già come va a finire ma i personaggi si dirigono ugualmente verso lo stesso finale inesorabile. Il 20 agosto, nel quinto anniversario della liberazione di Tripoli, ho riletto le email scambiate nel 2012 con il fotografo Jean-Marc Caimi, prima e dopo il suo viaggio in Libia. Leggi
Tripoli è piena di storie, ultimamente molto strane, storie che ormai raccontano in pochi. Come quella secondo cui l’unica cosa sulla quale tutte le fazioni libiche si sono trovate d’accordo è continuare la caccia alle streghe contro i giornalisti e gli attivisti. Leggi
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