Si tratta di un burkinabé e tre senegalesi, arrestati insieme a una quarantina di attivisti durante una conferenza per la democrazia a Kinshasa
La Repubblica Democratica del Congo ha ordinato l’espulsione immediata di quattro attivisti, un burkinabé e tre senegalesi, arrestati il 15 marzo durante una conferenza per la democrazia a Kinshasa. Gli attivisti facevano parte di diverse associazioni che avevano organizzato delle proteste per chiedere un limite ai mandati del presidente Joseph Kabila, in carica dal 2001, in vista delle elezioni del novembre 2016. Sono ancora in carcere altri circa quaranta attivisti congolesi arrestati nel raid della polizia.
Secondo il governo, gli attivisti stranieri facevano parte di un “movimento sovversivo fomentato dall’estero”. Reuters
Gli agenti dell’intelligence della Repubblica Democratica del Congo hanno arrestato almeno dieci persone a Goma, nell’est del paese, mentre cercavano di protestare contro la detenzione di circa quaranta tra attivisti per i diritti umani, giornalisti e rappresentanti delle associazioni in carcere a Kinshasa dal 15 marzo. A Goma era stato organizzato un sit in fuori dell’Agenzia dell’intelligence nazionale, ma i manifestanti sono stati picchiati e portati via dagli agenti.
Le quaranta persone arrestate dalle forze di sicurezza a Kinshasa stavano partecipando a una conferenza per la democrazia organizzata da un movimento congolese chiamato Filimbi, che lavora per incoraggiare i giovani a impegnarsi in politica. Reuters
Un funzionario dell’agenzia di cooperazione degli Stati Uniti (Usaid) arrestato il 15 marzo durante una conferenza per la democrazia nella Repubblica Democratica del Congo è stato rilasciato. Altre quaranta persone fermate insieme al funzionario, tra cui attivisti per i diritti umani, giornalisti, musicisti e rappresentanti di associazioni dal Senegal e dal Burkina Faso, sono ancora in carcere. La conferenza era stata organizzata da un movimento congolese chiamato Filimbi, che lavora per incoraggiare i giovani a impegnarsi in politica.
Secondo il ministro dell’informazione Lambert Mende l’incontro, presentato come uno scambio tra organizzazioni della società civile africana, era invece un progetto per sostenere “l’insurrezione”. Reuters
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