Il 15 marzo del 2011 cominciavano le prime dimostrazioni contro il regime di Bashar al Assad in Siria. In quattro anni di conflitto sono morte 215mila persone
A quattro anni dalla guerra in Siria, cominciata il 15 marzo 2011 con la rivolta della popolazione contro il regime di Bashar al Assad, i numeri del conflitto nei rapporti delle organizzazioni umanitarie:
Afp, Bbc
Dal 2011 a oggi quasi 13mila siriani sono morti per le torture subite nelle prigioni del regime di Bashar al Assad. Lo denuncia un rapporto dell’Osservatorio siriano per i diritti umani pubblicato a quattro anni dall’inizio del conflitto.
“L’Osservatorio ha documentato la morte di 12.751 prigionieri torturati nelle prigioni di Assad, tra cui 108 minori”, ha dichiarato un responsabile dell’ong. Secondo il rapporto, i familiari di alcune vittime sono stati costretti a dichiarare che i loro parenti sono stati uccisi dai ribelli.
Dall’inizio del conflitto, il 15 marzo del 2011, quando la popolazione era scesa in piazza pacificamente per protestare contro il governo, più di 200mila persone sono state arrestate, tra cui alcuni attivisti per i diritti umani come Abdel Aziz al Khayyer e Mazen Darwish. Afp
WithSyria, una coalizione di più di cento organizzazioni umanitarie e per la difesa dei diritti umani, ha pubblicato alcune immagini satellitari che mostrano come la quantità di luce in Siria visibile dallo spazio sia drasticamente diminuita dal marzo del 2011 al febbraio del 2015.
Un rapporto del Syrian centre for policy research, pubblicato con il sostegno delle Nazioni Unite, denuncia che quattro anni di conflitto, disintegrazione economica e frammentazione politica hanno costretto circa dieci milioni di persone ad abbandonare le loro case e hanno ridotto l’aspettativa di vita di due decenni. Bbc
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non ha protetto la popolazione durante la guerra siriana. Ventuno agenzie e ong tra cui Save the children e Oxfam hanno presentato il rapporto Failing Syria che denuncia le perdite tra i civili nella guerra in Siria e l’inefficacia degli interventi del Consiglio di sicurezza nel paese. “La realtà è che il Consiglio di sicurezza non è riuscito a garantire che le sue risoluzioni venissero adottate e le parti in conflitto hanno agito nell’impunità, ignorando le decisioni dell’Onu. I civili non sono protetti e non sono migliorate le loro possibilità di usufruire degli aiuti”, ha detto Jan Egeland del Consiglio norvegese per i rifugiati alla Bbc. Ecco per punti cosa dice il rapporto.
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati