Se l’autenticità dell’audio fosse confermata, sarebbe il primo intervento del leader jihadista da quando era girata la notizia del suo ferimento sei mesi fa. Nella registrazione si definisce l’islam “religione di guerra”
Il gruppo Stato islamico ha pubblicato attraverso i siti jihadisti una registrazione audio attribuita ad Abu Bakr al Baghdadi, in cui il leader invita i musulmani di tutto il mondo a “immigrare” nel “califfato”. Nel messaggio, al Baghdadi afferma tra l’altro che l’islam è una “religione di guerra”. Citando i principali teatri dei combattimenti jihadisti, dallo Yemen alla Libia, fino all’Iraq e alla Siria, l’audio contiene minacce ai “crociati” e agli ebrei.
La registrazione vocale, accompagnata da traduzioni del testo in inglese, russo, turco, francese e tedesco, è stata rilanciata anche da Site, il sito di monitoraggio del web islamico. Se l’autenticità del documento fosse confermata, si tratterebbe del primo messaggio del leader del gruppo Stato islamico da quando è girata la notizia del suo ferimento sei mesi fa.
Non ci sono infiltrazioni del gruppo Stato islamico nella striscia di Gaza. Lo ha assicurato il portavoce di Hamas, Sami abu Zuhri. Recentemente su twitter erano apparse alcune dichiarazioni firmate “i sostenitori dello Stato islamico”, che accusavano Hamas di aver arrestato decine di jihadisti e minacciavano attacchi a Gaza se questi non fossero stati rilasciati.
Hamas ha fatto sapere di aver arrestato quelli che ha definito “fuorilegge”, in seguito a un’esplosione nei pressi di un quartier generale di sicurezza del movimento che controlla Gaza e vicino alla sede di un’agenzia delle Nazioni Unite. “Non colpiamo la gente per ciò che pensa, ma allo stesso tempo non possiamo permettere alcuna violazione della sicurezza da parte di singoli o di gruppi”, ha detto Abu Zuhri, aggiungendo che “a Gaza non c’è nulla che si chiami Stato islamico”.
Un alto funzionario della sicurezza nel territorio palestinese ha assicurato che il gruppo Stato islamico a Gaza “esiste solo per internet”. Secondo l’analista politico Hani Habib, alcuni attivisti ultraconservatori salafiti (che hanno rapporti tesi con Hamas) usano i social media per cercare di attirare l’attenzione del gruppo Stato islamico e chiedere il loro riconoscimento, ispirati dalla presenza del gruppo in Siria e in Iraq.
Secondo fonti interne alla sicurezza israeliana è difficile al momento stabilire se ci sia o meno una presenza significativa del gruppo Stato islamico a Gaza. Un alto funzionario dell’intelligence dello stato ebraico ha fatto notare che “Hamas sta cercando di frenare questi gruppi di sostenitori, soprattutto perché rappresentano una minaccia al suo potere”.
Il numero due del gruppo Stato islamico, Abu Ala Al Afri, è stato ucciso in un raid aereo condotto dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti nella regione di Ninive, nel nord dell’Iraq. L’ha annunciato il ministro della difesa iracheno. Al Afri si trovava in una moschea nella città di Tal Afar. Nello stesso attacco sono morte anche alcune decine di militanti dello Stato islamico.
Secondo notizie non confermate, ricorda la Bbc, nelle ultime settimane Abu Ala Al Afri è diventato temporaneamente il leader del gruppo Stato islamico, dopo aver preso il posto di Abu Bakr al Baghdadi, ferito in un raid americano il 18 marzo.
La settimana scorsa il dipartimento di stato statunitense ha offerto una ricompensa di sette milioni di dollari a chiunque fornisse informazioni sul braccio destro di Al Baghdadi.
Non si conoscono molti dettagli su Al Afri, un ex insegnante di fisica conosciuto anche come Haji Iman. Prima di diventare il numero due del gruppo Stato islamico, Al Afri ha fatto da intermediario tra Al Baghdadi e gli emiri delle province controllate dall’organizzazione in Siria, Iraq e Libia. Si pensa inoltre che lavorasse per una riconciliazione con il gruppo rivale Al Qaeda e con i siriani del Fronte al nusra.
Abu Ala Al Afri, il numero due del gruppo Stato islamico, è stato ucciso nel corso di un raid statunitense in Iraq. Lo dichiara il governo iracheno. Bbc
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