Il decreto delega sul lavoro, conosciuto come Jobs Act, è stato approvato con 166 voti a favore, 112 voti contrari e un astenuto. La legge, su cui il governo ha messo la fiducia, diventa definitiva
In Italia il numero degli occupati è di 22 milioni e 552mila. I dipendenti a tempo pieno e con contratto indeterminato sono 12 milioni, gli occupati a tempo determinato sono 2 milioni e 419mila, mentre la galassia di tutte le altre forme contrattuali regola i rapporti dei restanti 5 milioni e 466mila lavoratori. I disoccupati sono stati 3 milioni e 10mila, ma il dato che fa più impressione è quello degli inattivi in età lavorativa, che hanno raggiunto i 14 milioni e 322mila. È in questo scenario che è stato approvato in via definitiva dal senato il Jobs act. Leggi
Il senato ha approvato il decreto delega sulla riforma del lavoro chiamato Jobs act presentato per la prima volta l’8 gennaio 2014 da Matteo Renzi e dal ministro del lavoro Giuliano Poletti. Ecco cosa prevede la legge. Leggi
Il senato ha approvato il decreto delega sul lavoro, conosciuto come Jobs act, con 166 voti a favore, 112 voti contrari e un astenuto. Il premier Matteo Renzi ha scritto su Twitter:
Al senato è in corso la discussione sul Jobs act, seguiranno, alle 17:40, le dichiarazioni di voto per la fiducia che il governo ha chiesto oggi al senato e la chiamata intorno alle ore 19.
Il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, ha chiesto all’aula del senato di votare la fiducia al governo sul disegno di legge delega, il Jobs act, in materia di mercato del lavoro che oggi sarà licenziato in via definitiva.
La seduta è stata ora sospesa in attesa che la riunione dei capigruppo decida l’orario del voto. Il testo non è stato modificato rispetto a quello licenziato dalla camera il 25 novembre, risultato di una mediazione con parte della minoranza interna del Partito democratico.
La richiesta di fiducia è legata ai tempi stretti e alla necessità di evitare fratture interne al partito democratico. Reuters
L’aula della camera ha approvato il Jobs act con 316 sì, 6 no e 5 astenuti. L’opposizione non ha partecipato al voto. Ora il testo tornerà al senato. Ansa
L’esame dell’aula della camera sul Jobs act è ripreso oggi con la bocciatura di tutti gli emendamenti. Ora i lavori sono sospesi e riprenderanno alle 15,10.
Per ora sono stati respinti i primi 19 emendamenti (uno è stato ritirato) sui 68 rimasti da valutare. Il governo punta all’approvazione entro il 26 novembre. Ansa, Askanews
La commissione lavoro della camera ha approvato il 18 novembre 2014 l’emendamento presentato dal governo al Jobs act sull’articolo 18. Il testo è frutto dell’accordo tra l’esecutivo e la minoranza del Partito democratico.
Ecco come si presenta ora il testo che dovrà essere votato alla camera il 26 novembre.
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La commissione lavoro della camera ha approvato l’emendamento del governo al Jobs act sull’articolo 18. Il testo prevede che il diritto al reintegro nel posto di lavoro sia limitato ai licenziamenti “nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato”.
L’opposizione (Movimento 5 stelle, Sel, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) ha votato contro e ha abbandonato in segno di protesta i lavori della commissione. Lo hanno riferito i rappresentanti dei diversi gruppi lasciando l’aula. Askanews
Il diritto al reintegro nel posto di lavoro sarà limitato ai licenziamenti “nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato”. È quanto prevede il testo dell’emendamento del Jobs act riformulato dal governo e presentato in commissione lavoro alla Camera.
Per i licenziamenti dovuti a fattori economici resta esclusa la possibilità di essere reintegrati nel posto di lavoro. Inoltre verrà previsto “un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio”. Askanews
La commissione lavoro della camera ha esaminato la mattina del 18 novembre gli emendamenti ai commi 5 e 6 del Jobs act che riguardano norme di semplificazione e razionalizzazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese approvando pochi ritocchi (la delega è un composta solo articolo con 14 commi).
Il tema dell’articolo 18 è stato invece rinviato al pomeriggio del 18 novembre. È atteso l’emendamento riformulato dal governo che dovrebbe trovare l’accordo tra l’esecutivo e la minoranza del Partito democratico. Askanews
Dopo l’accordo trovato all’interno del Partito democratico, la legge delega sulla riforma del lavoro è pronta all’esame delle commissioni alla camera per poi arrivare in aula la settimana che inizierà il 17 novembre.
Il presidente del consiglio Matteo Renzi potrebbe cercare l’approvazione il 26 novembre. Il testo, secondo gli accordi raggiunti con gli alleati della maggioranza, tornerà al senato dove dovrebbe ottenere il via libera definitivo entro la metà di dicembre. “Dal 1 gennaio l’articolo 18 sarà superato”, ha detto Matteo Renzi.
Da quando il senato darà il consenso, l’esecutivo avrà sei mesi per varare i decreti attuativi. Le consultazioni sono già iniziate per rendere più rapido tutto il percorso del Jobs act. Repubblica, Ansa
È stato trovato l’accordo nel Partito democratico per le modifiche sul Jobs act da portare in commissione alla camera. Le modifiche saranno apportate sulla base dell’ordine del giorno approvato a fine settembre 2014 dalla direzione del Partito democratico, che prevede il reintegro in alcuni casi di licenziamenti disciplinari illegittimi, il cui elenco arriverà con i decreti delegati.
Il governo non chiederà perciò la fiducia alla camera sul testo della delega lavoro approvata dal senato. Lo ha annunciato il capogruppo del Partito democratico Roberto Speranza al termine di una riunione con il presidente della commissione lavoro Damiano e il responsabile economia del partito Taddei.
Non è escluso però, dopo le modifiche in commissione, il ricorso successivo alla fiducia alla camera, come ha confermato il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini. Obiettivo del governo resta l’approvazione definitiva del disegno di legge entro l’anno, quindi con un terzo passaggio in senato. Il Sole 24 Ore
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