Per gli sguardi consapevoli, la morte di Giovanni Falcone fu l’ennesimo capitolo del romanzo delle stragi. Uno dei più dolorosi, eppure scritto nello stile (inchiostro simpatico compreso) che caratterizza altri disastri nazionali. I distratti quel giorno caddero dalle nuvole. I volenterosi carnefici della repubblica cominciarono a insabbiare. Le prefiche in gessato strepitarono per coprire certi rivelatori rumori di fondo. I veri uomini di stato cercarono al contrario di arrestare disperatamente una macchina narrativa ormai più grande di loro. Leggi
Sono iniziate a Palermo e in altre città italiane le iniziative per il 23° anniversario della strage di Capaci, dove vennero uccisi il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Nell’aula bunker del carcere Ucciardone, la stessa del maxiprocesso alla mafia, sono presenti anche il presidente della repubblica Sergio Mattarella, il presidente del senato Pietro Grasso e i ministri dell’istruzione e della giustizia, Stefania Giannini e Andrea Orlando. Quest’ultimo ha parlato dell’intenzione del governo di “rafforzare gli strumenti di sequestro e confisca dei beni” mafiosi per “ridurre la forza economica della mafia, e la sua capacità intimidatoria che ancora esercita”. Askanews
Il processo bis per la strage di Capaci si è concluso con due condanne all’ergastolo per i boss Giuseppe Barranca e Cristoforo Cannella, una condanna a 30 anni per Cosimo D’Amato e una a 12 anni per il pentito Gaspare Spatuzza.
Nell’attentato del 23 maggio 1992 morirono il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta (Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro).
Il processo, condotto dal gup di Caltanissetta David Salvucci, si è svolto con il rito abbreviato. A Gaspare Spatuzza è stata riconosciuta l’attenuante speciale per i collaboratori di giustizia, dopo che le sue dichiarazioni hanno permesso di riaprire le indagini sulla fase preparatoria della strage. Ansa
Il 19 luglio 1992 un'autobomba uccideva a Palermo il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta: Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. Un sesto agente, Antonino Vullo, rimase ferito. Leggi
Storie di mafia è una mostra di fotografie di Letizia Battaglia e Michela Battaglia. Leggi
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