Il presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha riferito che “nelle prossime ore” la Grecia presenterà una nuova domanda di aiuti al Fondo salvastati europeo (Esm), come aveva fatto prima di convocare il referendum del 5 giugno. Il politico olandese ha espresso una certa irritazione per come sono andate le cose ai colloqui di Bruxelles. “Avevamo capito che le proposte sarebbero arrivate oggi” da parte di Atene, ha detto Dijsselbloem, aggiungendo che così non è stato e che se ne riparlerà a una nuova riunione dei ministri economici della zona euro, questa volta in teleconferenza, prevista per domani.
“È troppo presto per essere ottimisti” ha aggiunto Dijsselbloem. Il presidente dell’eurogruppo insieme al governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, è stato invitato alla riunione dei capi di stato e di governo della zona euro che si terrà a partire dalle 18, sempre a Bruxelles.
L’eurogruppo valuterà a partire dalle 19 di questa sera la richiesta del governo greco di allungare per due anni il sostegno dell’Unione europea e della Banca centrale. Sarebbe il terzo piano di salvataggio per Atene e – nelle intenzioni di Tsipras – prescinderebbe dal Fondo monetario internazionale. I ministri economici dei paesi con l’euro si riuniranno in teleconferenza, come ha annunciato il presidente dell’eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem.
“Ho fatto tutto quello che potevo e non mi merito le critiche che mi stanno rivolgendo. Lo stesso vale per il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem”, ha detto Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, che sta tenendo una conferenza stampa a Bruxelles. Sono le sue prime parole dopo il fallimento delle trattative e la decisione di Atene di convocare un referendum per fare decidere ai greci se accettare l’ultima offerta dei creditori. Una scelta che la Commissione ha definito “unilaterale”.
“Per me l’uscita greca dall’euro non è mai stata e non sarà mai una opzione”, ma negli ultimi giorni “la drammatizzazione” delle trattative “ha preso il sopravvento sugli interesse di tutti”, ha avvertito Juncker.
L’Eurogruppo considera che Atene si sia auto esclusa dalla trattativa, dopo il rifiuto dell’ultimo piano offerto dai creditori e con l’ipotesi di un referendum consultivo il 5 luglio che sospenderebbe qualsiasi decisione almeno fino a domenica prossima. Ma il prestito del Fondo monetario internazionale scade il 30 giugno e Bruxelles ha negato la proroga. Per questo, i ministri dell’economia dei paesi con l’euro hanno sospeso la riunione e l’hanno poi ripresa escludendo il greco Yanis Varoufakis. In 18 – e non più in 19 –, stanno discutendo per “prepararci a tutto quello che sarà necessario per mantenere la stabilità dell’euro”, ha detto in conferenza stampa Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo.
In una conferenza stampa convocata subito dopo, il ministro delle finanze greco Varoufakis ha replicato che rifiuto dell’Eurogruppo di concedere una proroga sugli aiuti alla Grecia “per pochi giorni, poche settimane, per consentire ai greci di dire la loro con un referendum, è una decisione che danneggerà gravemente la credibilità e la reputazione delle istituzioni europee”. Lo ha affermato il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis.
La proposta del premier greco Alexis Tsipras di indire un referendum il 5 di luglio sul piano di salvataggio dei creditori ha raccolto dure critiche all’Eurogruppo di Bruxelles. Le tensioni tra Atene e gli altri paesi dell’eurozona crescono attorno ad un vertice che si pensava conclusivo. Leggi
Il primo ministro greco Alexis Tsipras spiegherà domani al parlamento di Atene a che punto è la trattativa con i creditori internazionali che dovrebbero sbloccare nuovi aiuti al paese.
Ieri sera a Bruxelles il premier greco ha incontrato Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, e Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo, cioè l’assemblea dei ministri dell’economia dei 19 paesi che usano l’euro. Juncker e Dijsselbloem hanno presentato a Tsipras l’ultima proposta per siglare un accordo. Il primo ministro greco ha risposto con la sua controfferta. Poco prima aveva parlato al telefono con la cancelliera Angela Merkel e con il presidente francese François Hollande. Incontri e conversazioni tanto ravvicinati fanno pensare che l’accordo sia vicino. Tuttavia, sono diversi i punti su cui il piano dei creditori e quello del paese debitore ancora non coincidono.
Il discorso di Tsipras al parlamento chiarirà se e quanto Atene è disposta a concedere a Fondo monetario internazionale (Fmi), alla Banca centrale europea e alla Commissione. Questi ultimi, se soddisfatti, sbloccheranno gli aiuti di 7,2 miliardi che la Grecia aspetta dal 2012. Soldi che le servono urgentemente, viste le numerose scadenze per il pagamento del suo debito. Già domani Atene dovrebbe rimborsare all’Fmi, una parte del debito: 300 milioni di euro dell’1,6 miliardi che il Fondo aspetta entro il 30 giugno.
Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha dichiarato che si aspetta che la Grecia e i suoi creditori trovino un nuovo accordo entro la prossima settimana e ha dichiarato che l’uscita di Atene dall’euro potrebbe portare l’instabilità nel paese. Dijsselbloem ha aggiunto che la Grecia dovrà rispettare i suoi impegni se vuole restare nell’euro, ma che la sua uscita dalla moneta unica al momento “non è un’opzione”.
Nel frattempo molti prefetti e sindaci greci si sono opposti alla decisione del governo di trasferire i fondi di riserva degli enti locali alla banca centrale per evitare l’insolvenza.
“Ricevuta la richiesta della Grecia per un’estensione di sei mesi” del prestito. Lo annuncia il presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem su Twitter. Il presidente Dijsselbloem ha convocato una riunione straordinaria dell’eurogruppo alle 15 del 20 febbraio.
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