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In Cambogia il tribunale speciale per i Khmer rossi, istituito dalle Nazioni Unite, ha accusato due ex Khmer rossi di crimini contro l’umanità per il loro ruolo nell’uccisione di 1,8 milioni di persone negli anni settanta. Il tribunale, che ha condannato solo tre Khmer rossi da quando è stato istituito dieci anni fa, ha annunciato in un comunicato che Im Cheam e Meas Muth saranno processati per omicidio, sfruttamento della schiavitù, persecuzione etnica e politica e altre azioni inumane. Im Cheam, una monaca buddista di sessant’anni, è accusata di aver gestito un campo di lavoro durante il regime di Pol Pot, mentre Meas Muth, ottant’anni, ex generale della marina, è accusato di aver mandato gli oppositori politici in un campo di tortura. Reuters
Il tribunale speciale delle Nazioni Unite per la Cambogia ha aperto il 17 ottobre a Phnom Penh il processo per genocidio contro due alti esponenti del regime dei Khmer rossi.
Nuon Chea, 88 anni, è considerato l’ideologo del regime maoista cambogiano guidato da Pol Pot ed era soprannominato “il fratello numero 2″. Khieu Samphan, 83 anni, è stato presidente della Kampuchea Democratica, la Cambogia, dal 1976 al 1979. Entrambi sono già stati condannati all’ergastolo il 7 agosto 2014 per crimini contro l’umanità, persecuzione religiosa, omicidio e tortura.
Ora sono accusati di genocidio nei confronti della minoranza vietnamita e di quella musulmana di etnia cham, e di aver costretto milioni di persone a trasferirsi dalle città per lavorare nelle campagne, nel tentativo del regime di ricreare un’utopia agraria.
Durante i quattro anni in cui i Khmer rossi sono stati al potere, sono stati uccisi circa mezzo milione di cham e ventimila vietnamiti. Internazionale
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