“Ci troviamo in uno spazio molto familiare per il pubblico ma che secondo noi non è mai stato mostrato com’era realmente, segnato dal caos ma allo stesso tempo da un’organizzazione ferrea”, dice László Nemes, regista di Il figlio di Saul, raccontando la prima scena del film. “Non diciamo mai qual è il luogo della storia, ma forniamo abbastanza informazioni da permettere allo spettatore di dedurre che ci troviamo in un campo di concentramento”. Leggi
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