L’estensione massima della banchisa antartica nel 2023, raggiunta pochi giorni fa alla fine dell’inverno australe, è la più ridotta da quando sono cominciate le rilevazioni. L’annuncio è stato dato il 25 settembre dal National snow and ice data center (Nsidc, statunitense).
La banchisa antartica si scioglie in estate e si riforma in inverno. Nell’emisfero meridionale l’inverno si è appena concluso.
“Il 10 settembre il ghiaccio marino antartico ha raggiunto un’estensione massima di 16,96 milioni di chilometri quadrati”, ha scritto il Nsidc. “Si tratta del dato più basso, e di gran lunga, da quando sono cominciate le rilevazioni, nel 1979”.
L’estensione massima raggiunta nel 2023 è inferiore di 1,03 milioni di chilometri quadrati rispetto al record precedente, una perdita equivalente a quasi il doppio della superficie della Francia.
A febbraio, al culmine dell’estate australe, la banchisa antartica aveva toccato un minimo storico di appena 1,79 milioni di chilometri quadrati.
In seguito il ghiaccio marino si è riformato a un ritmo insolitamente lento, nonostante l’arrivo dell’inverno.
Tendenza a lungo termine
Per vari decenni la banchisa antartica è rimasta stabile o in lieve espansione.
“Ma dall’agosto 2016 ha cominciato a ridursi rapidamente”, spiega il Nsidc. “La tendenza è chiaramente legata al riscaldamento della parte superiore dell’oceano. Probabilmente abbiamo a che fare con un declino del ghiaccio marino antartico a lungo termine, dato che gli oceani si stanno riscaldando in tutto il mondo”.
Lo scioglimento della banchisa non ha conseguenze immediate sul livello del mare perché si forma congelando l’acqua salata che è già presente al largo dell’Antartide.
Ma dato che il ghiaccio riflette i raggi solari, la sua perdita accelera il riscaldamento globale.
Lo scioglimento del ghiaccio marino espone inoltre la costa antartica all’azione delle onde, destabilizzando la calotta di ghiaccio costituita da acqua dolce. Lo scioglimento di quest’ultima causerebbe un aumento catastrofico del livello del mare.
Lo scioglimento della banchisa antartica sta già avendo effetti disastrosi sulla fauna selvatica, e in particolare sui pinguini imperatore, secondo uno studio pubblicato ad agosto sulla rivista Communications: Earth & Environment.