Il Regno Unito ha autorizzato il 27 settembre l’estrazione del petrolio e del gas da un grande giacimento nel mare del Nord per rafforzare la sua sicurezza energetica, ma il progetto è contestato dagli ambientalisti. La settimana scorsa il premier Rishi Sunak aveva invece annunciato un ammorbidimento del piano per arrivare alla neutralità carbonica.
L’azienda norvegese Equinor e quella britannica Ithaca Energy, filiale del gruppo israeliano Delek, investiranno 3,8 miliardi di dollari nello sviluppo del giacimento di Rosebank, al largo della Scozia.
La North Sea transition authority, l’autorità britannica del petrolio e del gas, ha dichiarato di aver “autorizzato lo sviluppo e la produzione nel giacimento di Rosebank, a nordovest delle isole Shetland”.
Equinor ha una partecipazione dell’80 per cento nel progetto e Ithaca il restante 20 per cento.
L’attività estrattiva dovrebbe cominciare nel 2026-2027.
“Rosebank è il più grande giacimento non sfruttato del Regno Unito”, ha dichiarato Gilad Myerson, presidente esecutivo di Ithaca Energy.
“Il progetto creerà migliaia di posti di lavoro e contribuirà a garantire il fabbisogno energetico del Regno Unito per molti anni”, ha aggiunto.
Il governo britannico sostiene di dover rafforzare la sicurezza energetica del paese aumentando la produzione dei combustibili fossili a causa della guerra in Ucraina, anche se questo significa rinviare l’obiettivo della neutralità carbonica.
Le parole di Yousaf
Ma il primo ministro scozzese Humza Yousaf ha affermato che la maggior parte del petrolio e del gas estratti da Rosebank finirà all’estero, e ha contestato la volontà di Londra d’insistere sulla produzione dei combustibili fossili.
“Riconosciamo il contributo significativo che il settore del petrolio e del gas ha dato alla Scozia”, ha dichiarato Yousaf. “Ma il futuro è la transizione verso le energie rinnovabili”.
La settimana scorsa il premier conservatore Rishi Sunak aveva annunciato l’ammorbidimento del piano per arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050.
In particolare, aveva fatto sapere che il divieto di vendita di auto nuove a benzina e diesel sarà posticipato dal 2030 al 2035.
Sunak aveva anche annunciato un ammorbidimento degli obiettivi di efficienza energetica per gli immobili in affitto e aveva fatto marcia indietro sull’obbligo per i proprietari di case di sostituire le caldaie a gas con pompe di calore.
“Moralmente osceno”
L’annuncio dello sfruttamento del giacimento di Rosebank ha sollevato dure critiche degli ambientalisti.
“È moralmente osceno”, ha scritto Caroline Lucas, del Partito verde, su X (l’ex Twitter). “Non rafforzerà la sicurezza energetica e non ridurrà le bollette, ma comprometterà i nostri impegni sul clima”.
Philip Evans, di Greenpeace Uk, ha dichiarato: “Sunak ha dimostrato ancora una volta che i profitti delle aziende petrolifere sono la sua principale preoccupazione”.
“Eppure è ormai chiaro che la dipendenza dai combustibili fossili è deleteria per il pianeta”, ha concluso.