Il 4 ottobre papa Francesco ha aperto un sinodo importante, forse l’ultimo del suo pontificato, sul futuro della chiesa cattolica, segnato da tensioni con i conservatori su questioni come l’inclusione dei divorziati e delle coppie di persone dello stesso sesso.
L’assemblea dei vescovi si svolgerà a Roma nell’arco di quattro settimane, sulla scia di una consultazione globale biennale senza precedenti che affronterà anche temi come il diaconato femminile e il celibato dei sacerdoti.
Ma ancor prima dell’inizio dei lavori dell’assemblea, cinque cardinali conservatori hanno chiesto pubblicamente a Francesco di riaffermare la dottrina cattolica sul trattamento delle coppie gay e sull’ordinazione delle donne.
Le loro domande sono state accompagnate da una lettera aperta ai fedeli in cui si parla del rischio di “confusione” e di “errore”: tra le critiche sollevate c’è quella che il sinodo possa allontanare molti fedeli.
In una risposta resa pubblica il 2 ottobre, l’ottantaseienne pontefice è sembrato suggerire una strada per la benedizione delle coppie dello stesso sesso da parte della chiesa, questione non ancora riconosciuta dalla santa sede, ma praticata in paesi come la Germania e il Belgio.
Pur insistendo sul fatto che la chiesa riconosce solo il matrimonio tra un uomo e una donna, il papa ha detto che “non possiamo essere giudici che negano, rifiutano ed escludono”. “La prudenza pastorale deve discernere adeguatamente se esistono forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettano un concetto errato di matrimonio”, ha scritto.
Oltre la polarizzazione
La sedicesima assemblea generale ordinaria si è aperta il 4 ottobre alle 9 con una messa in piazza San Pietro in Vaticano presieduta dal papa, che interverrà nel tardo pomeriggio prima dell’inizio formale delle discussioni.
Da quando si è insediato nel 2013, Francesco ha lavorato per riformare la chiesa, cercando di avvicinarla ai fedeli e renderla meno verticistica, anche se il modo in cui ha cercato di farlo ha incontrato una forte resistenza interna. Per la prima volta nella storia della chiesa, suore e laici parteciperanno alle consultazioni dell’assemblea generale dei vescovi e potranno votare.
Un osservatore informato della santa sede, che ha chiesto di non essere nominato, ha detto che la loro partecipazione renderà il processo sinodale più efficace. “Tra i vescovi c’è una cultura clericale. Con i laici non funzionerà più, non si accontenteranno di belle parole, ci sarà una richiesta di prassi, di volontà di cambiamento, di efficienza”, ha detto la fonte all’Afp.
“In questo senso, Francesco sta oltrepassando dei confini ed è per questo che molti hanno paura”. La seconda sessione dell’assemblea è prevista per ottobre 2024, il che significa che non si prevedono decisioni concrete a breve. Ma le aspettative sono alte, così come le preoccupazioni, dato che le consultazioni hanno finora evidenziato punti di vista diversi tra le chiese nazionali e tra queste e il Vaticano.
Il 30 settembre papa Francesco ha chiarito la necessità per i cattolici di “camminare insieme”, invitando il sinodo a essere al di sopra di “chiacchiere, ideologie e polarizzazioni”.