La giunta militare al potere in Niger ha ordinato alla coordinatrice delle Nazioni Unite, Louise Aubin, di lasciare il paese entro tre giorni. I militari accusano le Nazioni Unite di ostacolare il loro riconoscimento internazionale dopo il colpo di stato del 26 luglio.
Il 10 ottobre gli Stati Uniti avevano annunciato il taglio di circa cinquecento milioni di dollari di aiuti economici al Niger, mentre la Francia aveva cominciato a ritirare i suoi soldati, su richiesta della giunta.
“Il governo ha ordinato alla coordinatrice delle Nazioni Unite Louise Aubin di lasciare Niamey entro settantadue ore”, ha scritto il ministero degli esteri in una dichiarazione emessa il 10 ottobre e trasmessa all’Afp l’11 ottobre.
Aubin, canadese, era stata nominata nel gennaio 2021.
Il governo nigerino ha motivato la decisione con gli “ostacoli” posti dal segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres “alla partecipazione di un rappresentante del Niger alla recente assemblea generale dell’organizzazione che si è svolta a New York”.
“Guterres ha operato con perfidia per impedire la partecipazione di un rappresentante del Niger all’evento, minando gli sforzi per mettere fine alla crisi”.
La giunta militare aveva inviato a New York il nuovo ministro degli esteri Bakary Yaou Sangaré, che prima del colpo di stato era l’ambasciatore del Niger presso le Nazioni Unite, ma la sua richiesta di accredito era stata rifiutata.
Nel dicembre scorso il Burkina Faso – anch’esso governato dai militari dopo un colpo di stato – aveva espulso la coordinatrice delle Nazioni Unite nel paese, l’italiana Barbara Manzi.
Operazioni antijihadiste
Il 10 ottobre un primo contingente di soldati francesi ha lasciato il Niger via terra, scortato dall’esercito locale, raggiungendo il Ciad.
Circa 1.400 soldati francesi erano presenti nel paese per combattere i miliziani jihadisti a fianco dell’esercito locale: mille a Niamey e quattrocento in due basi nell’ovest, vicino al confine con il Mali e il Burkina Faso.
Il ritiro francese seguirà un calendario stabilito “di comune accordo”, ha dichiarato la giunta militare, e si svolgerà “in piena sicurezza”.
Alla fine di settembre Parigi ha annunciato la partenza dei soldati e del suo ambasciatore, cedendo alle pressioni della giunta.
Dopo il ritiro francese dal Mali e dal Burkina Faso negli ultimi diciotto mesi, il Niger era diventato il paese chiave per le operazioni antijihadiste in una regione in cui imperversano le milizie armate legate al gruppo Stato islamico e ad Al Qaeda.
Il 10 ottobre gli Stati Uniti, che hanno circa 1.100 soldati in Niger e una base per i droni ad Agadez, nel centro del paese, hanno formalmente definito la presa del potere dei militari come un colpo di stato, tagliando cinquecento milioni di dollari di aiuti economici.
Almeno per il momento, però, Washington manterrà il suo contingente militare.