La corte suprema degli Stati Uniti si occuperà l’11 ottobre di un caso di discriminazione degli elettori afroamericani che potrebbe avere conseguenze sulle elezioni per la camera dei rappresentanti nel 2024.
I giudici esamineranno un ricorso contro una mappa dei distretti congressuali elaborata dal parlamento a maggioranza repubblicana della South Carolina.
Si tratta di una delle tante battaglie legali intorno al cosiddetto gerrymandering, la manipolazione dei collegi elettorali per ridurre il peso elettorale di determinati gruppi e di conseguenza sfavorire gli avversari politici.
All’inizio del mese un gruppo di giudici federali ha approvato una nuova mappa dei distretti congressuali dello stato dell’Alabama, che comprende un secondo distretto a maggioranza afroamericana.
“La legge richiede la creazione di un distretto aggiuntivo che offra ai neri dell’Alabama, come a tutti gli altri cittadini, l’opportunità equa e ragionevole di eleggere candidati di loro gradimento”, hanno affermato i giudici.
Gli elettori afroamericani rappresentano circa un quarto degli elettori registrati in Alabama, ma hanno la maggioranza solo in uno dei sette distretti per la camera dei rappresentanti statunitense.
Come negli Stati Uniti impediscono ai neri di votare. Un video del New York Times del 2020
I giudici federali hanno elaborato la mappa dopo che a giugno la corte suprema aveva stabilito che quella adottata dall’Alabama in vista delle elezioni del 2022 violava il Voting rights act del 1965, approvato dal congresso all’epoca del movimento per i diritti civili per evitare discriminazioni razziali nelle elezioni.
Il presidente della corte suprema John Roberts e il giudice Brett Kavanaugh, entrambi conservatori, si sono uniti ai tre giudici progressisti per formare una maggioranza di cinque a quattro nel caso dell’Alabama.
Anche la mappa dei distretti congressuali della Louisiana è contestata in quanto contiene un unico distretto a maggioranza afroamericana, nonostante i neri siano il 30 per cento della popolazione.
Attualmente i repubblicani hanno una maggioranza di 221 seggi a 212 alla camera dei rappresentanti. Un aumento dei distretti a maggioranza afroamericana potrebbe quindi avere un peso nelle elezioni del 2024, quando in palio ci saranno i 435 seggi della camera.
Lo “sbiancamento” di Charleston
Nel caso della South Carolina, un collegio di tre giudici ha stabilito che la nuova mappa dei distretti congressuali ha spostato il 60 per cento degli abitanti afroamericani di Charleston – quasi 30mila persone – a un altro distretto che aveva già una netta maggioranza nera.
Attualmente dei sette deputati eletti nella South Carolina sei sono bianchi e uno è afroamericano.
“La mappa dei distretti congressuali della South Carolina costituisce un caso estremo di manipolazione razziale”, ha affermato Sophia Lin Lakin dell’American civil liberties union (Aclu), che ha presentato il ricorso insieme all’associazione per i diritti civili Naacp.
“Limita la possibilità per gli afroamericani di eleggere rappresentanti che possano occuparsi dei loro problemi”, ha aggiunto Lakin.
In primo grado il collegio di tre giudici ha stabilito all’unanimità che la mappa “viola la costituzione in quanto suddivide gli elettori prevalentemente in base a considerazioni razziali”.
“In pratica il parlamento della South Carolina ha ‘sbiancato’ Charleston, scegliendo selettivamente le aree a maggioranza afroamericana per spostarle in un altro distretto”, ha detto Lakin.
Jeff Rosen, presidente del National constitution center, ha affermato che i legislatori repubblicani hanno ammesso di aver escluso consapevolmente gli elettori afroamericani dal distretto di Charleston, sostenendo però che si sia trattato di una forma di gerrymandering politico, e quindi legale.
La sentenza della Corte suprema è prevista entro la fine di gennaio.