L’opposizione liberale ed europeista polacca ha conquistato la maggioranza dei seggi parlamentati alle elezioni legislative in Polonia, in una tornata elettorale in cui è stata registrata l’affluenza più alta dalla caduta del comunismo.
La commissione elettorale ha confermato il risultato a sorpresa, che mette fine a otto anni di governo del partito conservatore e nazionalista Diritto e giustizia (PiS), durante i quali le relazioni con l’Unione europea si sono deteriorate. L’opposizione, guidata dall’ex capo dell’Unione europea Donald Tusk, ha presentato le elezioni legislative di domenica come “l’ultima possibilità” di salvare la democrazia nel paese. “Questa è la fine dei tempi bui”, ha detto Tusk nella tarda serata del 15 ottobre, dichiarando vittoria.
Secondo i risultati definitivi pubblicati il 17 ottobre dalla commissione elettorale di Varsavia, il PiS è il primo partito del paese con il 35,3 per cento dei voti, ma questo non gli garantisce la maggioranza dei seggi in parlamento. Mentre la Coalizione civica di Tusk, i partiti della Terza via e della Nuova sinistra hanno raggiunto complessivamente il 53,5 per cento dei consensi. Dalle elezioni esce ridimensionata anche l’estrema destra di Confederazione (7,1 per cento), che tuttavia entra in parlamento. Ora il presidente polacco Andrzej Duda, con un passato nel PiS, deve dare seguito ai risultati, affidando l’incarico di formare un nuovo esecutivo alla coalizione vincitrice.
Il voto delle donne
Le elezioni sono state dominate da questioni come l’invasione della Russia nella vicina Ucraina, i migranti e i diritti delle donne e più del 74 per cento degli elettori si è recato alle urne.
Aleksandra Metlewicz, designer d’interni, ha dichiarato che i diritti delle donne sono stati “cruciali” per il suo voto. Metlewicz, 33 anni, ha detto di sperare che la Polonia esca dal “medioevo”. Per gli elettori della capitale, dove il sostegno ai nazionalisti è tradizionalmente più basso, il risultato previsto dagli exit poll di domenica preannunciava già grandi cambiamenti. Anche Natalia Szydlik, una studentessa di vent’anni, spera che le leggi polacche sull’aborto siano riviste e dice di avere “grandi speranze che le cose cambino”.
Donald Tusk ha promesso di riformare le leggi sull’aborto. Secondo gli analisti, questo tema ha provocato una mobilitazione senza precedenti tra le donne e ha contribuito a far pendere la bilancia a favore dei partiti liberali di opposizione.
“Fino a poco tempo fa, la metà delle donne diceva che non avrebbe votato. Ma invece vediamo che hanno votato più donne che uomini a queste elezioni”, ha dichiarato Justyna Kajta, sociologa dell’Università Swps di Varsavia.
I rapporti internazionali
Il PiS ha usato la retorica nazionalista nella sua campagna elettorale ed è persino entrato in polemica con l’Ucraina, nonostante l’enorme solidarietà polacca nei confronti di Kiev, dopo l’invasione russa. Per l’elettorato dell’opposizione, porre fine al regno del PiS significherebbe anche ripristinare la reputazione della Polonia sulla scena internazionale.
Tusk si è impegnato a ricostruire le relazioni con Bruxelles e a sbloccare i fondi dell’Unione europea congelati a causa di uno stallo in corso con Varsavia sullo stato di diritto in Polonia. “Credo che ora tutti questi legami (internazionali) miglioreranno e si normalizzeranno. Ma ci vorrà del tempo”, ha dichiarato all’Afp Krzysztof Dabrowski, un pensionato di Varsavia.
Tusk è stato primo ministro della Polonia tra il 2007 e il 2014 e presidente del Consiglio europeo tra il 2014 e il 2019. È riuscito a portare centinaia di migliaia di polacchi in piazza in Polonia prima delle elezioni. Ma alcuni temono che sia un esito temporaneo. Karol Jedlinski, un uomo d’affari di 42 anni, ha detto che fatica a immaginare Tusk di nuovo alla guida della Polonia: “Per me è una figura del passato”.