Circa il 10 per cento della popolazione dei delfini di un lago dell’Amazzonia brasiliana è morto nell’ultima settimana di settembre a causa di un’ondata di caldo e della siccità, hanno annunciato il 17 ottobre alcuni ricercatori.
Centocinquantatré delfini sono stati trovati morti nel lago Tefé, in cui la temperatura dell’acqua ha raggiunto i 39,1 gradi, sette in più rispetto alla norma, secondo l’Istituto Mamirauá per lo sviluppo sostenibile e la sezione brasiliana del Wwf.
Il lago si trova nello stato di Amazonas, nel nordovest del Brasile, nel punto in cui il fiume Tefé si unisce al Rio delle Amazzoni, nel cuore dell’Amazzonia, la più grande foresta tropicale del mondo.
I ricercatori hanno registrato la morte di 130 esemplari di inia (Inia geoffrensis) e di ventitré esemplari di sotalia (Sotalia fluviatilis). Hanno perso la vita anche centinaia di pesci.
“Quello che sta succedendo nel lago Tefé è spaventoso”, ha dichiarato Mariana Paschoalini Frias del Wwf. “La perdita di questi animali avrà ripercussioni su tutto l’ecosistema”.
“Questi delfini sono considerati degli indicatori della salute dell’ambiente che li circonda”, ha aggiunto. “Quello che succede a loro si riflette sugli altri esseri viventi, compresi gli esseri umani”.
Livello dei fiumi ai minimi
La siccità che ha colpito l’Amazzonia ha anche ridotto il livello dell’acqua dei fiumi, con gravi conseguenze per la navigazione, fondamentale per l’approvvigionamento delle comunità più remote.
Secondo le autorità locali, il livello del Rio Negro, uno dei principali affluenti del Rio delle Amazzoni, è sceso a 13,49 metri nel porto di Manaus, il dato più basso dall’inizio delle rilevazioni, nel 1902.
Negli ultimi giorni Manaus, capoluogo dello stato di Amazonas, è stata anche raggiunta da nubi di fumo provenienti dagli incendi che si sono sviluppati nella foresta.
Secondo gli scienziati, la situazione è aggravata dal fenomeno climatico del Niño, che riduce la formazione delle nuvole e quindi le precipitazioni.
La ministra dell’ambiente Marina Silva ha attribuito l’ondata di caldo, la siccità e gli incendi soprattutto alla “crisi climatica ormai fuori controllo”.