Il ministro dell’economia Sergio Massa. (Emiliano Lasalvia, Afp)

Saranno un ministro dell’economia di centrosinistra, Sergio Massa, e un ultraliberista antisistema che vuole tagliare drasticamente la spesa pubblica, Javier Milei, a sfidarsi il 19 novembre nel secondo turno delle presidenziali in Argentina.

Massa, 51 anni, candidato della coalizione governativa peronista, è arrivato in testa con il 36,6 per cento dei voti, nonostante la crisi economica e un’inflazione al 138 per cento, secondo i dati comunicati dall’Autorità elettorale, con più del 97 per cento delle schede scrutinate.

Massa ha preceduto “l’anarco-capitalista” Milei, come lui stesso si definisce, che ha ottenuto il 30 per cento dei voti, un dato notevole considerando che è entrato in politica solo due anni fa, ma al di sotto delle previsioni dei sondaggi.

L’insediamento del vincitore è previsto il 10 dicembre.

La candidata dell’opposizione di centrodestra Patricia Bullrich, un’ex ministra della sicurezza legata all’ex presidente Mauricio Macri (2015-2019), ha ottenuto il 23,8 per cento dei voti.

In bilico tra desiderio di cambiamento e la paura di un salto nel vuoto, gli argentini hanno votato in un contesto di debito fuori controllo, inflazione tra le più alte al mondo, svalutazione della moneta e povertà diffusa.

“I parassiti della casta”

Da quando è apparso sulla scena politica nel 2021, Milei contesta “i parassiti della casta”, riferendosi ai due blocchi che hanno dominato la politica argentina negli ultimi vent’anni: una coalizione peronista di centrosinistra, al potere dal 2003 al 2015 e dal 2019 a oggi con il presidente uscente Alberto Fernández, e un blocco di centrodestra, al potere dal 2015 al 2019 con Macri.

“È stata la migliore elezione nella storia dell’Argentina”, ha affermato Milei la sera del 22 ottobre. “Due terzi degli elettori hanno votato per il cambiamento”, ha aggiunto, riferendosi a tutti quelli che non hanno votato per Massa. Milei ha poi lanciato un appello a tutti questi elettori in vista del secondo turno.

Lo stile di Milei ha conquistato molti argentini, soprattutto i giovani e i più poveri. Ma le sue proposte, come quella di tagliare drasticamente la spesa pubblica e di aprire l’economia al dollaro, hanno sollevato dubbi e preoccupazioni.

“Gli argentini hanno cominciato a considerare Milei un salto nel vuoto”, ha affermato l’analista politico Raúl Timerman. “L’immagine della ‘motosega’, che all’inizio era divertente, si è trasformata in qualcosa di spaventoso. Sembra quasi che Milei voglia distruggere tutto”.

Nel suo quartier generale la delusione era evidente, dopo le speranze suscitate dai sondaggi. “Ma sono sicuro che molti di quelli che non l’hanno votato al primo turno lo faranno al secondo”, ha dichiarato Nahuel Pasquale, 27 anni.

“Governo di unità nazionale”

Massa, che si era già candidato alla presidenza nel 2015 contro i suoi alleati peronisti di oggi, ha cercato durante la campagna elettorale di prendere le distanze dal governo di cui fa parte, evitando di coinvolgere il presidente Fernández e l’ex presidente Cristina Kirchner.

Ha affermato che “il peggio è passato”, grazie alla crescita delle esportazioni e alla fine di una siccità che nell’ultimo anno ha danneggiato l’agricoltura e privato il paese di venti miliardi di dollari di entrate.

Negli ultimi mesi Massa ha allentato i vincoli di bilancio, riducendo il numero di persone soggette a imposte e aumentando i sussidi pubblici. I suoi oppositori lo hanno accusato di essere irresponsabile e di fare “elemosina elettorale”, in un momento in cui l’Argentina fatica a rimborsare al Fondo monetario internazionale un prestito da quarantaquattro miliardi di dollari.

La sera del 22 ottobre Massa ha promesso, se sarà eletto, di formare “un governo di unità nazionale” e ha lanciato un appello ai radicali, all’ala moderata dell’alleanza di opposizione e “a tutti quelli che condividono i nostri valori democratici”.

Il suo quartier generale era in festa. “Speravamo in una bella sorpresa”, ha dichiarato Angelo Laredo, 55 anni. “Le persone sono più intelligenti di quanto si pensi quando si tratta di difendere il proprio paese”.

Secondo Benjamin Gedan, del gruppo di esperti Wilson center, il secondo turno sarà molto incerto. “Massa rimane il ministro dell’economia di un governo impopolare, ma l’idea di Milei di smantellare lo stato sociale fa paura”.