Il pride a Tokyo, nell’aprile 2023. (Yuichi Yamazaki, Afp)

La corte suprema del Giappone ha dichiarato che la norma che obbliga le persone trans a sottoporsi alla sterilizzazione, prima di cambiare genere, è illegale. Il requisito “limita il diritto di una persona a non veder invaso il proprio corpo contro la sua volontà”, ha affermato il tribunale in una decisione molto attesa.

In base alle norme introdotte nel 2004, le persone trans che chiedono di cambiare il proprio genere anagrafico devono soddisfare dei criteri, tra cui la rinuncia alla capacità riproduttiva, che comporta di fatto la sterilizzazione.

Altri criteri sono: non essere sposati, non avere figli e avere una diagnosi ufficiale di disforia di genere. Solo pochi paesi nel mondo permettono alle persone transgender di cambiare il loro status con una semplice dichiarazione.

Ma gli attivisti sostengono che le condizioni imposte dal Giappone, l’unico paese del G7 che non riconosce il matrimonio tra persone dello stesso sesso o le unioni civili a livello nazionale, hanno costretto le persone a sottoporsi a procedure mediche altamente invasive, lunghe e potenzialmente rischiose.

“La procedura per cambiare il proprio genere dal punto di vista legale, che richiede un intervento di sterilizzazione e una diagnosi psichiatrica, è anacronistica, dannosa e discriminatoria”, aveva dichiarato Human rights watch in un rapporto del 2019. Il gruppo ha criticato l’idea che l’identità trans sia una “malattia mentale”.

Tuttavia, le pressioni in vista della decisione della corte erano aumentate: questo mese un tribunale regionale per la famiglia aveva stabilito che i criteri di sterilizzazione erano “incostituzionali e non validi”.

Negli ultimi anni il Giappone, tradizionalmente conservatore, ha fatto piccoli passi verso l’accettazione delle minoranze. A luglio la corte suprema del Giappone ha dato ragione a un funzionario pubblico trans, che aveva fatto causa al governo per ottenere il diritto ad accedere ai bagni femminili sul posto di lavoro.

I sondaggi hanno mostrato un crescente sostegno ai diritti della comunità lgbt+ tra i giapponesi, soprattutto tra i più giovani, ma il Partito liberaldemocratico al governo è stato riluttante a portare avanti le riforme.