Più di diecimila migranti afgani che vivono in Pakistan hanno raggiunto il 31 ottobre il confine con l’Afghanistan, alla vigilia della scadenza fissata da Islamabad per lasciare il paese.
Il governo pachistano ha ordinato a tutte le persone che non hanno i documenti in regola – in grande maggioranza afgani, che secondo le stime sono 1,7 milioni – di lasciare il paese entro il 1 novembre. Il provvedimento è contestato da Kabul.
Dal 1 novembre gli afgani che non hanno i documenti in regola e sono ancora presenti in Pakistan rischiano di essere arrestati e deportati in Afghanistan.
“Migliaia di afgani sono in fila davanti ai miei occhi in attesa di passare il confine”, ha dichiarato il 31 ottobre all’Afp Irshad Mohmand, un alto funzionario pachistano che si trova al valico di frontiera di Torkham, nel nordovest del Pakistan. “Da stamattina ne sono arrivati più di diecimila”.
Altre migliaia hanno raggiunto il valico di frontiera di Chaman, nella provincia sudoccidentale del Belucistan.
Finora più di centomila migranti sono tornati in Afghanistan dall’inizio di ottobre, quando il piano è stato annunciato.
Passaggio rapido
Un funzionario governativo di Peshawar, capoluogo della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, dove si trova il valico di Torkham, ha affermato che il passaggio del confine dovrebbe essere abbastanza rapido.
“Gli afgani non hanno passaporti o visti, e non devono passare per l’immigrazione”, ha dichiarato, chiedendo di restare anonimo.
Negli ultimi decenni milioni di afgani hanno raggiunto il Pakistan per sfuggire ai conflitti nel loro paese. Dall’agosto 2021, quando i taliban sono arrivati al potere a Kabul, più di seicentomila afgani si sono rifugiati in Pakistan.
Molti hanno paura di tornare in Afghanistan, dove i taliban hanno imposto la loro rigida interpretazione dell’islam, vietando per esempio alle ragazze di andare a scuola.
“Noi resteremo qui perché in Afghanistan non potrei andare a scuola”, ha dichiarato all’Afp una ragazza afgana di quattordici anni che vive con la famiglia a Peshawar.
Alcune scuole frequentate da bambini e ragazzi afgani nella capitale Islamabad sono rimaste chiuse il 31 ottobre perché gli alunni temevano di essere arrestati e deportati, hanno dichiarato gli insegnanti all’Afp.
“Ho deciso di partire per evitare di essere umiliato dalle autorità pachistane”, ha dichiarato all’Afp Zulfiqar Khan, nato in un campo profughi di Peshawar.
“Minacce e maltrattamenti”
La polizia della provincia di Khyber Pakhtunkhwa ha dichiarato all’Afp di non aver ancora arrestato nessuno. Ma i profughi afgani a Karachi e a Islamabad denunciano da giorni minacce e tentativi di estorsione.
Le organizzazioni per i diritti umani, che contestano questo giro di vite senza precedenti, hanno chiesto al governo di concedere ai migranti, molti dei quali vivono in Pakistan da decenni, più tempo per andarsene.
“Il governo sta spingendo i richiedenti asilo afgani a lasciare il paese con minacce e maltrattamenti”, ha affermato il 31 ottobre Human rights watch.
“Molti di loro potrebbero essere vittime di persecuzioni in Afghanistan”, ha aggiunto.
Il governo pachistano ha affermato di aver preso la decisione “per salvaguardare il benessere e la sicurezza del paese”, in un momento in cui i sentimenti anti-afgani sono in aumento a causa delle difficoltà economiche e della moltiplicazione degli attacchi alla frontiera.
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