Quattordici migranti venezuelani, tra cui otto bambini, sono morti il 6 novembre nell’incendio divampato in una baraccopoli a Coronel, nella regione cilena del Bío Bío, hanno annunciato le autorità comunali.
“Purtroppo dobbiamo dare la triste notizia della morte di quattordici abitanti del nostro comune”, ha affermato alla stampa Javier Valencia, vicesindaco di Coronel, una città con più di centomila abitanti che si trova circa cinquecento chilometri a sud della capitale Santiago. “Otto minorenni e sei adulti, appartenenti a tre nuclei familiari, hanno perso la vita in un rogo che ha distrutto le loro abitazioni”.
“Le vittime erano migranti venezuelani che vivevano in condizioni di estrema povertà in due alloggi sovraffollati”, ha aggiunto Valencia.
Secondo i vigili del fuoco, gli otto minorenni avevano tra i quattro e i tredici anni.
Secondo alcuni mezzi d’informazione locali, il rogo è stato causato da una stufa difettosa, ma le autorità non hanno confermato la notizia.
In base ai dati della prefettura della regione del Bío Bío, nel 2022 la baraccopoli in cui è divampato l’incendio ospitava 179 famiglie, principalmente di migranti.
Il numero dei migranti venezuelani in Cile è aumentato in modo significativo a partire dal 2017 a causa della crisi politica, economica e sociale in Venezuela.
Migliaia di venezuelani hanno raggiunto il Cile a piedi passando per la Bolivia o il Perù, a nord. Molti di loro vivono in condizioni di estrema povertà in baraccopoli costruite su terreni non edificabili.
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