L’incontro tra Joe Biden e Xi Jinping potrebbe non produrre niente di concreto, ma non sarebbe un problema: per i due leader la cosa più importante è assicurarsi che le relazioni tra Cina e Stati Uniti, che sono molto tese, rimangano sotto controllo.
Il presidente statunitense e quello cinese si incontreranno vicino a San Francisco, in California, a margine di un vertice dell’Asia-Pacific economic cooperation (Apec).
Secondo Voice of America, il faccia a faccia, il secondo tra i due leader, si terrà in un’elegante tenuta a circa quaranta chilometri dal famoso Golden gate bridge.
“Vogliamo avere buoni rapporti con la Cina”, ha affermato il 14 novembre Biden. “In caso di crisi è importante poter alzare il telefono e parlarci”.
Ha però aggiunto che Pechino ha qualche difficoltà ad accettare “il ritorno della leadership americana nel mondo”.
“Siamo contrari a definire le relazioni sino-americane in termini di competizione”, ha affermato invece una portavoce del ministero degli esteri cinese.
Diplomazia dei panda
I due leader, che si conoscono da anni, hanno avuto un primo faccia a faccia di tre ore a margine di un vertice del G20 in Indonesia nel 2022.
Da allora le relazioni si sono fatte più tese, soprattutto dopo che un pallone spia cinese ha sorvolato il territorio statunitense all’inizio dell’anno.
Biden ha irritato Pechino sottolineando a febbraio gli “enormi problemi” che secondo lui la Cina stava affrontando dal punto di vista economico.
A marzo Xi Jinping ha invece criticato duramente la strategia di “accerchiamento” messa in atto dagli Stati Uniti grazie al rafforzamento delle alleanze nella regione Asia-Pacifico.
La Cina ha anche contestato le sanzioni tecnologiche imposte dagli Stati Uniti, mentre Washington ha chiesto a Pechino di mettere fine alle “provocazioni” nel mar Cinese meridionale.
Anche la famosa “diplomazia dei panda” ha subìto un contraccolpo: l’8 novembre i tre panda giganti dello zoo di Washington sono stati restituiti alla Cina, mettendo fine a una pratica inaugurata nel 1972.
Tuttavia, in estate i toni tra Washington e Pechino si sono abbassati al punto da consentire il vertice di oggi.
“Il presidente Biden vuole gestire quest’importante relazione bilaterale nel modo più responsabile possibile”, ha affermato il 14 novembre John Kirby, un portavoce della Casa Bianca.
Intelligenza artificiale e fentanyl
Il 2024 si preannuncia potenzialmente tumultuoso, con le elezioni presidenziali a Taiwan e negli Stati Uniti.
La situazione dell’isola, che Pechino considera una provincia ribelle e a cui Washington fornisce assistenza militare, rimane una fonte di tensioni.
Gli Stati Uniti chiedono inoltre alla Cina di non aggravare le principali crisi internazionali, in particolare la guerra tra Israele e Hamas.
“Hanno linee di comunicazione nella regione di cui noi non disponiamo”, ha dichiarato Kirby, riferendosi alle relazioni tra Pechino e l’Iran.
Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, gli Stati Uniti non si aspettano che la Cina rinunci all’amicizia con la Russia, ma sperano che si astenga dal fornirle armi.
Anche se Washington e Pechino hanno tenuto un profilo basso sull’incontro del 15 novembre, gli analisti politici prevedono alcuni annunci.
Le due potenze nucleari potrebbero per esempio annunciare il ripristino delle comunicazioni militari, sospese da più di un anno.
“Indipendentemente dalle relazioni bilaterali, i legami tra i due eserciti devono rimanere intatti”, ha affermato il 13 novembre Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Biden e Xi potrebbero anche impegnarsi a limitare le applicazioni militari dell’intelligenza artificiale o intraprendere un’azione congiunta contro il traffico di fentanyl, un potente oppioide sintetico prodotto principalmente in Cina e responsabile di decine di migliaia di morti per overdose negli Stati Uniti.
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