La OpenAi, una startup di ricerca sull’intelligenza artificiale (ia) fondata nel 2015, ha annunciato nella tarda serata del 21 novembre il ritorno del suo cofondatore Sam Altman, che era stato licenziato il 17 novembre.
“Abbiamo raggiunto un accordo di principio per il ritorno di Sam come amministratore delegato”, ha affermato in un comunicato la startup che ha creato ChatGpt. “Ci saranno alcuni cambiamenti nel consiglio d’amministrazione, con Bret Taylor presidente, l’arrivo di Larry Summers e la conferma di Adam D’Angelo. Stiamo ancora lavorando ai dettagli”.
Altman, di cui la Microsoft aveva annunciato l’assunzione il 20 novembre, tre giorni dopo il suo licenziamento dalla OpenAi, ha dichiarato di aver ricevuto il via libera da Satya Nadella, l’amministratore delegato della Microsoft.
“Con un nuovo consiglio d’amministrazione e il sostegno di Satya, non vedo l’ora di tornare alla OpenAi e di rafforzare la partnership con la Microsoft”, ha dichiarato sul social network X Altman, che a 38 anni è considerato una delle personalità più influenti della Silicon valley.
La Microsoft ha investito miliardi di dollari nella OpenAi, integrandone le tecnologie in alcuni suoi prodotti, tra cui il motore di ricerca Bing.
Sempre il 20 novembre l’ex amministratore delegato di Twitch Emmett Shear aveva annunciato di aver accettato la posizione di amministratore delegato ad interim della OpenAi.
Poco dopo alcuni mezzi d’informazione statunitensi avevano però pubblicato una lettera in cui quasi settecento dei 770 dipendenti della OpenAi minacciavano di dimettersi se Altman non fosse stato reintegrato.
Come Steve Jobs
Il consiglio d’amministrazione della OpenAi aveva annunciato il licenziamento di Altman “perché non è sempre stato sincero nelle sue comunicazioni”. A quel punto si erano dimessi altri dirigenti dell’azienda, tra cui il cofondatore Greg Brockman. Anche lui, che aveva deciso di seguire Altman alla Microsoft, ha annunciato il suo ritorno alla OpenAi.
L’annuncio aveva provocato un terremoto nella Silicon valley ed era stato paragonato da molti al licenziamento di Steve Jobs dalla Apple nel 1985, prima del suo ritorno nel 1997.
Il lancio della prima versione di ChatGpt, avvenuto il 30 novembre 2022, ha dato il via a una corsa all’ia.
Considerata una rivoluzione paragonabile a quella di internet, l’ia generativa permette di produrre su richiesta testi, codici, immagini e suoni. L’ia suscita però anche preoccupazioni per la tenuta delle democrazie (disinformazione) e per l’occupazione (scomparsa di posti di lavoro).