Il nuovo governo conservatore della Nuova Zelanda ha dichiarato il 27 novembre di voler revocare le misure adottate per combattere il tabagismo, una decisione che un’ong ha definito “una vittoria per l’industria del tabacco”.
Nel 2022 l’ex premier laburista Jacinda Ardern aveva fatto approvare dal parlamento un “divieto di fumo generazionale”, che blocca la vendita di sigarette a chiunque sia nato dopo il 2008.
La legge era stata accolta con favore dagli esperti di salute pubblica. Misure simili sono state annunciate di recente nel Regno Unito.
Ma il nuovo primo ministro Christopher Luxon, che si è insediato proprio il 27 novembre, ha dichiarato di voler revocare la legge prima della sua entrata in vigore, giustificando la decisione con la volontà di evitare lo sviluppo di un mercato nero delle sigarette.
Luxon ha ammesso però che il gettito fiscale derivante dalle vendite di sigarette sarà importante per il governo, che punta a ridurre le tasse.
“Sconfitta per la salute pubblica”
L’ong antifumo Health coalition Aotearoa (il nome maori della Nuova Zelanda) ha affermato che la revoca della legge è un grave errore.
“È una sconfitta per la salute pubblica e una vittoria per l’industria del tabacco”, ha dichiarato l’ong in un comunicato.
Secondo Luxon, il divieto di vendita delle sigarette “avrebbe fatto emergere un mercato nero che non avrebbe prodotto entrate per lo stato”.
La legge era stata concepita per ridurre progressivamente il numero dei fumatori in un paese in cui il consumo di sigarette è relativamente basso.
Prevedeva il graduale aumento dell’età minima per l’acquisto delle sigarette e la drastica riduzione del numero dei negozi autorizzati a vendere tabacco.