La giunta militare del Niger ha abrogato una legge del 2015 che puniva il traffico di migranti nel paese, un punto di transito verso la Libia e l’Algeria. L’annuncio è stato dato la sera del 27 novembre.
“Il presidente del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp), il generale Abdourahamane Tchiani, ha firmato il 25 novembre un’ordinanza che abroga la legge del 26 maggio 2015 sul traffico illegale di migranti”, afferma un comunicato letto alla radio e alla tv pubblica.
“La legge, che criminalizzava attività in realtà regolari, era stata approvata su pressione di alcune potenze straniere, ignorando gli interessi del Niger e dei suoi cittadini”, prosegue il comunicato. “L’ordinanza stabilisce che le condanne pronunciate in applicazione della legge saranno cancellate”.
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Approvata dall’assemblea nazionale nel 2015, la legge prevedeva pene fino a trent’anni di reclusione e multe fino a trenta milioni di franchi cfa (circa 45mila euro) per i trafficanti di esseri umani.
Da quando è entrata in vigore, il Niger ha intensificato, con il sostegno finanziario dell’Unione europea, le attività di sorveglianza, anche militare, nel deserto della regione di Agadez (nord), punto di transito per migliaia di migranti provenienti dall’Africa occidentale che cercano di raggiungere l’Europa imbarcandosi dall’Algeria o dalla Libia.
Decine di trafficanti sono stati arrestati e molti dei loro veicoli sono stati confiscati.
Tuttavia, la legge non ha scoraggiato i migranti, che hanno modificato le loro rotte, imboccando percorsi più pericolosi attraverso il deserto.
Le operazioni di soccorso dei migranti sono frequenti nel deserto del Sahara, soprattutto in direzione della Libia.
Di solito queste persone si riuniscono ad Agadez, dove sono attive reti di trafficanti, e poi partono verso nord, attraversando il deserto.
Spesso i veicoli che trasportano i migranti hanno dei guasti o i trafficanti abbandonano i passeggeri se incontrano dei posti di blocco. La conseguenza è che molti migranti muoiono a causa della disidratazione.
Il generale Tchiani è al potere dal colpo di stato del 26 luglio, in cui è stato deposto il presidente Mohamed Bazoum, che si trova agli arresti domiciliari nella sua residenza a Niamey.
La giunta ha preso le distanze dai tradizionali partner europei, in particolare la Francia, instaurando rapporti più stretti con due paesi vicini, il Mali e il Burkina Faso, anch’essi governati dai militari.