Il 5 dicembre migliaia di persone hanno reso un ultimo commovente omaggio a Giulia Cecchettin, una studente uccisa dal suo ex ragazzo.
Compagni di università, rappresentanti del mondo politico e persone comuni hanno partecipato ai funerali di Cecchettin, 22 anni, nella basilica di Santa Giustina a Padova, per mostrare la loro solidarietà alla famiglia.
La studente di ingegneria biomedica è stata accoltellata più volte dal suo ex ragazzo Filippo Turetta, che ha ammesso la sua colpevolezza davanti a un giudice. Questo femminicidio ha riacceso il dibattito sulla violenza contro le donne in Italia.
La cerimonia, trasmessa in diretta televisiva, è cominciata con l’arrivo tra gli applausi della bara bianca coperta di rose davanti alla basilica, dove erano presenti tanti giovani che indossavano il nastro rosso che simboleggia la lotta contro la violenza sulle donne.
In un discorso dignitoso e toccante, il padre della ragazza, Gino Cecchettin, ha invitato a “trasformare la tragedia in un motore di cambiamento”. “La vita di Giulia è stata crudelmente stroncata, ma la sua morte può e deve essere un punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza contro le donne”, ha affermato.
Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, era presente alla cerimonia insieme al ministro della giustizia Carlo Nordio. La regione ha dichiarato una giornata di lutto.
Il femminicidio di Giulia Cecchettin è stato sulle prime pagine dei quotidiani italiani per giorni, accendendo un dibattito sulla violenza contro le donne.
Dopo questo femminicidio, centinaia di migliaia di persone hanno manifestato il 25 novembre, in particolare a Roma e a Messina, in occasione della giornata nazionale della campagna internazionale per l’eliminazione della violenza contro donne.
Secondo il ministero dell’interno, da gennaio in Italia sono stati registrati 107 omicidi di donne, di cui 88 uccise da familiari, dal loro ex o attuale partner. Dopo la morte di Cecchettin, il parlamento ha adottato una legge per rafforzare la legislazione contro la violenza di genere, in particolare attraverso misure di prevenzione e una maggiore formazione per i professionisti che devono gestire questo tipo di situazioni.
In Italia, un paese a larga maggioranza cattolico, gli stereotipi di genere continuano a persistere: il tasso di occupazione delle donne è inferiore alla media europea e l’accesso all’aborto è molto regolamentato.
Un rapporto indipendente del Consiglio d’Europa sulla violenza contro le donne pubblicato nel 2020 raccomandava l’adozione di “misure attive e a lungo termine per promuovere cambiamenti nel comportamento sociale e culturale come il sessismo, in particolare tra gli adolescenti”.
Il rapporto invita inoltre l’Italia ad adottare linee guida nazionali affinché le scuole forniscano lezioni su “affettività, sessualità e salute riproduttiva”. Attualmente nel paese l’educazione sessuale non è obbligatoria.