Londra e Kigali hanno firmato un nuovo trattato per ridare vita a un accordo molto controverso per espellere i migranti arrivati illegalmente nel Regno Unito verso il Ruanda, tre settimane dopo che un progetto simile è stato bloccato dalla corte suprema britannica.
Il governo britannico sta provando a tenere in vita questa misura, considerata una delle priorità della sua politica intransigente contro l’immigrazione, nonostante a metà novembre la corte suprema abbia confermato l’illegalità del piano con una sentenza. Questo nuovo trattato “risponderà alle preoccupazioni della corte suprema”, ha assicurato il ministro dell’interno britannico James Cleverly in un comunicato.
Cleverly ha assicurato che il “trattato è giuridicamente vincolante” con Kigali per fornire garanzie sul trattamento dei migranti espulsi dal Regno Unito. Questo testo, dopo la firma, dovrà essere ratificato dal parlamento britannico e da quello ruandese.
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“È chiaro che il Ruanda è un paese sicuro e stiamo lavorando a ritmo sostenuto per portare avanti questa partnership in modo da fermare le barche (che attraversano la Manica, ndr) e salvare vite umane”, ha assicurato Cleverly, in visita in Ruanda. Dall’inizio dell’anno, sono 29.705 le persone arrivate nel Regno Unito attraverso la Manica a bordo di piccole imbarcazioni.
Oltre al trattato, il governo britannico introdurrà una “legislazione d’emergenza” per indicare il Ruanda come paese sicuro e così “porre fine a questo carosello”, ha affermato il premier britannico Rishi Sunak in un’intervista, il 4 dicembre.
Indietro nei sondaggi per le elezioni legislative previste per il prossimo anno, il governo conservatore punta su una linea dura sull’immigrazione.
Il 4 dicembre l’esecutivo ha anche annunciato un nuovo giro di vite sull’immigrazione legale, aumentando il salario minimo richiesto per lavorare nel Regno Unito e ponendo fine alla possibilità del ricongiungimento familiare per le colf e badanti che già sono nel paese.