Quarantacinque giornalisti sono stati uccisi nel mondo nel 2023 mentre svolgevano il loro lavoro, secondo un rapporto presentato il 14 dicembre da Reporter senza frontiere (Rsf). È il dato più basso dal 2002, nonostante la guerra tra Israele e Hamas, in cui hanno perso la vita almeno diciassette giornalisti.
Nel 2022 sono stati uccisi 61 giornalisti. Per trovare un dato più basso del 2023 bisogna tornare al 2002, con 33 vittime.
“Registriamo una riduzione progressiva delle vittime dal picco raggiunto nel biennio 2012-2013, quando furono uccisi più di 140 giornalisti all’anno, soprattutto a causa dei conflitti in Siria e in Iraq”, ha dichiarato all’Afp Christophe Deloire, segretario generale di Rsf.
“Il conteggio non comprende i giornalisti uccisi per motivi che non sono legati al loro lavoro o per motivi ignoti”, si legge nel rapporto di Rsf.
Per quanto riguarda il conflitto tra Israele e Hamas, tredici giornalisti sono stati uccisi dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza e uno dai miliziani di Hamas in Israele, oltre a tre in Libano.
Meno vittime in America Latina
Il conflitto in Ucraina ha causato la morte di due giornalisti nel 2023, tra cui quello dell’Afp Arman Soldin. Dall’invasione russa del febbraio 2022 le vittime sono undici.
La buona notizia è il “calo significativo” dei giornalisti uccisi in America Latina (sei, rispetto ai 26 del 2022).
Il Messico, un paese che da anni è tra i più pericolosi per i giornalisti, ha registrato quattro vittime, rispetto alle undici del 2022.
Su un totale di 84 giornalisti scomparsi nel mondo nel 2023, quasi uno su tre è però messicano, ha affermato Rsf.
Il numero dei giornalisti detenuti nel mondo è di 521, contro i 569 del 2022. I paesi che imprigionano più giornalisti sono la Bielorussia, la Birmania e la Cina.
Infine, 54 giornalisti sono stati presi in ostaggio nel 2023.