Il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, ha ratificato il 18 dicembre una legge controversa che criminalizza l’ingresso dei migranti nello stato, una prerogativa che è però riservata al governo federale.
Abbott, un trumpiano che ha più volte accusato l’amministrazione guidata dal presidente democratico Joe Biden di “inazione nei confronti dell’immigrazione illegale”, ha firmato simbolicamente la legge a Brownswille, davanti a una sezione del muro costruito al confine con il Messico su iniziativa dell’ex presidente Donald Trump.
“La legge introduce il reato d’ingresso illegale nel Texas da un paese straniero e prevede pene fino a vent’anni di prigione in caso di recidiva”, ha affermato Abbott.
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La legge, che entrerà in vigore a marzo, conferisce inoltre alle autorità statali il potere di arrestare i migranti e trasferirli in Messico, una prerogativa riservata al governo federale. Si preannuncia quindi un duro scontro legale con Washington, che con ogni probabilità farà ricorso contro la legge per illegittimità costituzionale.
Il 15 novembre il governo messicano aveva reagito all’approvazione della legge “rifiutando categoricamente qualunque provvedimento autorizzi le autorità locali o statali statunitensi ad arrestare e trasferire in Messico cittadini messicani o stranieri”.
Abbott ha affermato che circa otto milioni di persone hanno attraversato illegalmente il confine da quando Biden è entrato in carica, nel gennaio 2021.
Barriera galleggiante
Il governatore ha aggiunto che la “legge è legittima perché il Texas è stato lasciato solo ad affrontare un’ondata migratoria insostenibile”.
Il dipartimento della giustizia ha già presentato un ricorso contro lo stato del Texas per chiedere la rimozione di una barriera galleggiante installata nel fiume Rio Grande per fermare i migranti provenienti dal Messico.
Trump, che ha lanciato la sua campagna elettorale in vista delle presidenziali del 2024, ha promesso di fermare l’immigrazione illegale al confine meridionale degli Stati Uniti. I migranti sono soprattutto cittadini di paesi dell’America Latina in fuga dalla povertà e dalle violenze.