Un vulcano ha eruttato domenica nei pressi del porto di Grindavík, nel sudovest dell’Islanda.
L’attività sismica ha subìto una brusca accelerazione durante la notte e le poche decine di residenti che alla fine di dicembre erano tornati in questa piccola città, a circa quaranta chilometri a sudovest di Reykjavík, sono stati costretti a lasciare di nuovo le loro case.
Domenica mattina si sono aperte due fessure, una a 400 metri dalla città e l’altra ai margini delle prime case, sprigionando grandi flussi di lava.
A metà pomeriggio, le prime due case sono state colpite dalla lava incandescente e hanno preso fuoco. Una casa dopo l’altra, l’incendio si è poi propagato al resto della cittadina.
Il presidente islandese, Guðni Jóhannesson, parlerà alle 20 ora locale.
È la quinta eruzione vulcanica in Islanda in quasi tre anni, la precedente si era verificata la sera del 18 dicembre nella stessa zona.
Grindavík, che ha una popolazione di quattromila abitanti, è stata evacuata l’11 novembre come misura precauzionale dopo centinaia di scosse causate dallo spostamento del magma sotto la crosta terrestre.
Queste scosse hanno danneggiato la città, creando crepe nelle strade, nelle case e negli edifici pubblici.
Poco dopo l’eruzione del 18 dicembre, ai residenti era stato permesso di rientrare per un breve periodo e poi in modo permanente dal 23 dicembre, prima di essere evacuati d’urgenza la notte scorsa.