Il 23 gennaio i miliziani yemeniti huthi hanno annunciato che risponderanno ai nuovi attacchi avvenuti durante la notte contro le loro posizioni nello Yemen. Gli huthi, che controllano vaste aree del paese distrutto dalla guerra civile, nelle ultime settimane hanno compiuto diversi attacchi contro le navi mercantili nel mar Rosso e nel golfo di Aden, dicendo di agire per sostenere i palestinesi di Gaza. Questi attacchi hanno costretto molti armatori a evitare un passaggio fondamentale per il commercio internazionale.
Dopo la seconda operazione congiunta degli Stati Uniti e del Regno Unito contro le posizioni degli huthi, il portavoce militare dei ribelli, Yahya Saree, ha affermato che “questi attacchi non rimarranno senza risposta e impuniti”. Non ha detto se gli attacchi del 22 gennaio hanno causato vittime. Secondo fonti vicine ai miliziani, i bombardamenti hanno preso di mira la base militare di Al Dailami, a nord di Sanaa.
In una dichiarazione militare congiunta, le forze armate statunitensi e britanniche hanno indicato di aver preso di mira otto obiettivi huthi il 22 gennaio, tra cui “un sito di stoccaggio sotterraneo e siti di sorveglianza missilistica e aerea”. L’obiettivo è “indebolire l’arsenale che gli huthi usano per mettere in pericolo il commercio globale e la vita dei marinai innocenti”, si legge nella dichiarazione. “Non esiteremo a difendere le vite umane e il libero flusso del commercio in una delle vie navigabili più importanti del mondo”.
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Tra gli obiettivi presi di mira nella notte ci sono “sistemi missilistici e lanciatori, sistemi di difesa aerea, radar e depositi di armi nascosti”, ha precisato il comando militare statunitense in Medio Oriente (Centcom).
“Quello che abbiamo fatto ancora una volta è inviare il messaggio più chiaro possibile che continueremo a ridurre la capacità (degli huthi) di compiere attacchi”, ha avvertito il capo della diplomazia britannica David Cameron.
Supportati dall’Iran, nemico giurato di Israele, gli huthi controllano gran parte dello Yemen, dopo quasi un decennio di guerra contro le forze governative, sostenute dall’Arabia Saudita.
“L’aggressione angloamericana non farà altro che aumentare la determinazione del popolo yemenita ad assumersi le sue responsabilità morali e umanitarie nei confronti degli oppressi di Gaza”, ha commentato sul social network X Mohammed al Bukhaiti, un alto funzionario dei miliziani.