Decine di migliaia di persone hanno partecipato il 24 gennaio a una serie di manifestazioni in Argentina contro le misure di austerità introdotte dal presidente ultraliberista Javier Milei, al potere da appena un mese e mezzo.
I manifestanti hanno riempito plaza del Congreso a Buenos Aires su invito della Confederazione generale del lavoro (Cgt), il principale sindacato del paese, a cui si sono uniti altri sindacati, associazioni e partiti di sinistra. Alcuni dei cartelli recitavano: “La patria non è in vendita”, “Non siamo la casta” e “Mangiare non è un privilegio”.
Secondo Diego Kravetz, capo della polizia di Buenos Aires, in piazza c’erano circa 80mila persone; secondo la Cgt, quasi cinquecentomila.
Manifestazioni sono state segnalate anche in altre province del paese, tra cui quelle di Córdoba, Corrientes, Santa Fe e Tucumán.
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“Siamo qui per difendere il paese e la democrazia”, ha affermato Héctor Daer, segretario generale della Cgt.
Oltre alle manifestazioni, alcuni scioperi nel settore dei trasporti hanno paralizzato in serata la capitale.
È stato colpito anche il traffico aereo. La compagnia Aerolíneas Argentinas ha annunciato la cancellazione di 295 voli, molti dei quali internazionali.
“La mobilitazione è stata un fallimento, il paese non si è fermato”, ha affermato la ministra della sicurezza Patricia Bullrich.
“I sindacati mafiosi sono disposti a tutto pur di boicottare le misure introdotte dal governo democraticamente eletto per salvare il paese”, ha aggiunto.
Secondo il governo, le misure di austerità sono indispensabili per stabilizzare un’economia caratterizzata da debito cronico e iperinflazione.
Il governo sta però incontrando alcune difficoltà a far approvare le riforme, dato che la formazione di Milei, La libertad avanza, è solo la terza forza in parlamento.
“Le tensioni sociali potrebbero aggravarsi in primavera a causa dell’effetto combinato di austerità e inflazione”, ha dichiarato all’Afp l’analista politico Iván Schuliaquer.
Al momento i sondaggi rimangono favorevoli a Milei, con una percentuale di giudizi positivi compresa tra il 47 e il 55 per cento.