In Sudan i combattimenti tra esercito e paramilitari hanno provocato lo sfollamento forzato di “quasi otto milioni” di persone, ha detto il 31 gennaio l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi, chiedendo aiuti urgenti.
Dal 15 aprile 2023 è in corso una guerra tra le forze armate sudanesi guidate dal generale Abdel Fattah al Burhan e le Forze di supporto rapido (Rsf), i paramilitari che rispondono agli ordini del generale Mohammed Hamdan Dagalo, ex vice di Al Burhan.
Il conflitto ha provocato la morte di più di 13mila persone, secondo l’ong Armed conflict location and event data project (Acled).
Il “brutale conflitto in Sudan” ha causato “quasi otto milioni” di sfollati, ha affermato in un comunicato Grandi, che era in viaggio in Etiopia, chiedendo “sostegno urgente per venire incontro ai loro bisogni”.
“Senza un maggiore sostegno dei donatori, sarà estremamente difficile fornire gli aiuti necessari a chi ne ha più bisogno”, ha detto. “Ho sentito storie strazianti di persone che hanno perso familiari, amici, casa e mezzi di sostentamento, ma in questa disperazione, ho visto anche la determinazione dei rifugiati ad andare avanti, se solo si dà loro il sostegno e l’opportunità”.
Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), fino al 21 gennaio il numero degli sfollati ammontava a 7,6 milioni, di cui circa la metà minorenni.
Secondo l’Onu, l’Etiopia – uno dei sei paesi confinanti con il Sudan – ha accolto più di centomila persone dall’aprile 2023. A queste si aggiungono i circa 50mila rifugiati sudanesi già presenti nel paese.
“La scorsa settimana il numero di nuovi arrivi in Ciad ha superato le 500mila persone. In Sud Sudan entra ogni giorno una media di 1.500 persone”, ha aggiunto l’Unhcr in un comunicato stampa. Secondo l’Ocha, al 21 gennaio, quasi 517mila persone avevano attraversato il confine tra Sudan e Sud Sudan.
Finora gli sforzi diplomatici, in particolare quelli degli Stati Uniti, dell’Arabia Saudita e, più recentemente, dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad, un’organizzazione dell’Africa orientale) sono falliti.
Entrambe le parti sono accusate di crimini di guerra, in particolare contro i civili, in più di nove mesi di conflitto.
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