Il bilancio dei violenti incendi che stanno devastando la regione di Valparaíso, nel centro del Cile, è salito a 112 vittime, mentre 1.400 pompieri e 1.300 soldati e volontari stanno lottando contro circa quaranta roghi ancora attivi.
“Le fiamme hanno distrutto ventiseimila ettari di vegetazione e vari complessi residenziali”, ha affermato il Servizio nazionale di prevenzione e risposta ai disastri (Senapred).
“Centododici persone sono morte e trentadue corpi sono stati identificati”, ha dichiarato la sera del 4 febbraio Manuel Monsalve, portavoce del ministero dell’interno.
Il bilancio precedente era di 99 vittime.
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“Purtroppo il bilancio è destinato ad aggravarsi”, ha avvertito il 4 febbraio il presidente Gabriel Boric, che ha visitato Quilpué, vicino a Viña del Mar, dove sono stati registrati tutti i decessi.
La sindaca di Viña del Mar, Macarena Ripamonti, e il governatore della regione di Valparaíso, Rodrigo Mundaca, hanno infatti confermato che centinaia di persone risultano disperse.
Il 2 febbraio migliaia di abitanti di Quilpué sono rimasti intrappolati dalle fiamme, alcuni mentre cercavano di fuggire in automobile.
“È il più grave disastro naturale dal terremoto del 2010”, ha dichiarato Boric, riferendosi al sisma di magnitudo 8,8 sulla scala Richter seguito da uno tsunami che causò la morte di più di cinquecento persone.
Temperature vicine ai quaranta gradi
“Per fortuna da oggi le condizioni meteorologiche sono più favorevoli al controllo degli incendi”, ha affermato la ministra dell’interno Carolina Tohá, riferendosi a un fenomeno tipico della costa del Pacifico che produce cielo coperto, forte umidità e temperature più basse.
L’incendio di Las Tablas, il più grande della regione di Valparaíso, è ancora attivo e “ha un perimetro di ottanta chilometri”, ha aggiunto Tohá.
Il capo della diplomazia europea Josep Borrell ha affermato sul social network X che l’Unione europea è “pronta a dare una mano in questo momento difficile”, aggiungendo che “questi incendi ci ricordano quant’è importante agire contro la crisi climatica”.
La settimana scorsa nel centro del Cile e nella capitale Santiago sono state registrate temperature vicine ai quaranta gradi.
L’ondata di caldo dovrebbe ora estendersi all’Argentina, al Paraguay e al Brasile.