Tra il 24 e il 25 febbraio la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cédéao/Ecowas) ha tolto la maggior parte delle sanzioni imposte al Niger, alla Guinea e al Mali, tre paesi guidati da giunte militari.
“La Cédéao/Ecowas ha deciso di revocare con effetto immediato” le sanzioni più pesanti imposte al Niger dopo che nel luglio scorso i militari hanno deposto il presidente Mohamed Bazoum, ha dichiarato l’organizzazione il 24 febbraio.
In un comunicato pubblicato il giorno dopo, ha anche annunciato la revoca “delle sanzioni finanziarie ed economiche imposte alla Guinea” e “delle restrizioni al reclutamento di cittadini del Mali nelle istituzioni dell’organizzazione”.
Il Burkina Faso, uno dei quattro stati in cui dal 2020 si sono insediati regimi militari, anch’esso sottoposto a sanzioni, non è stato invece menzionato nei due comunicati.
Iscriviti a Africana |
Cosa succede in Africa. A cura di Francesca Sibani. Ogni giovedì.
|
Iscriviti |
Iscriviti a Africana
|
Cosa succede in Africa. A cura di Francesca Sibani. Ogni giovedì.
|
Iscriviti |
“Abbiamo deciso di riconsiderare il nostro approccio al ritorno dell’ordine costituzionale in quattro paesi membri”, ha affermato il presidente nigeriano Bola Tinubu, che detiene la presidenza della Cédéao/Ecowas, riferendosi a Niger, Guinea, Mali e Burkina Faso.
La Cédéao/Ecowas ha deciso di riprendere il dialogo dopo che a gennaio Niger, Mali e Burkina Faso avevano annunciato il ritiro dall’organizzazione.
I tre paesi avevano poi formato l’Alleanza degli stati del Sahel (Aes).
A metà febbraio il generale Abdourahamane Tchiani, capo della giunta militare del Niger, aveva anche ipotizzato la creazione di una moneta comune con Burkina Faso e Mali.
Nel suo comunicato la Cédéao/Ecowas ha invitato gli stati governati da giunte militari al “dialogo, al negoziato e alla mediazione”.
L’organizzazione ha però chiesto nuovamente “l’immediato rilascio” del presidente deposto nigerino Bazoum, che da sette mesi si trova agli arresti domiciliari.