L’oppositore senegalese Ousmane Sonko e il suo vice Bassirou Diomaye Faye, candidato alle elezioni presidenziali del 24 marzo, sono stati scarcerati la sera del 14 marzo.
Migliaia di abitanti della capitale Dakar sono scesi in strada a festeggiare fino a tarda notte.
Sonko, protagonista da circa due anni di un duro braccio di ferro con il governo, non si è mostrato in pubblico, mentre Faye si è affacciato dal tettuccio dell’automobile che li riportava a casa per salutare la folla.
“Domani terremo una conferenza stampa e poi ci lanceremo nella campagna elettorale”, ha gridato.
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Sonko e Faye hanno beneficiato di un’amnistia approvata la settimana scorsa dal parlamento su richiesta del presidente Macky Sall, che ha giustificato il provvedimento con la necessità di allentare le tensioni nel paese. Di recente gli scontri si erano riaccesi dopo la decisione di Sall di rinviare le elezioni presidenziali, poi revocata dal consiglio costituzionale.
A gennaio il consiglio costituzionale aveva escluso Sonko dalla lista dei candidati alla presidenza. A quel punto era stato sostituito dal suo vice Faye. La candidatura di quest’ultimo era stata accettata, insieme ad altre diciotto.
Sonko, 49 anni, è molto popolare tra i giovani per la sua retorica panafricanista e per le sue invettive contro la corruzione statale, le multinazionali e l’influenza dell’ex potenza coloniale francese. I suoi detrattori, invece, lo considerano un agitatore populista.
Era stato arrestato nel luglio 2023 con le accuse d’incitamento all’insurrezione, associazione a delinquere in relazione a un’impresa terroristica e minaccia alla sicurezza dello stato.
Faye si presenta come un candidato antisistema, sostenitore di un “panafricanismo di sinistra”. In caso di vittoria ha promesso di rinegoziare gli accordi di difesa e i contratti per lo sfruttamento del gas e del petrolio.
Il presidente uscente Sall ha deciso di non candidarsi a un terzo mandato.