Quattro persone sono state condannate a morte e due all’ergastolo in Tunisia per l’assassinio dell’oppositore di sinistra Chokri Belaid nel 2013. La vicenda aveva causato manifestazioni di protesta e una grave crisi politica nel paese.
In totale ventitré persone erano state incriminate per il loro coinvolgimento nell’omicidio di Belaid, avvenuto il 6 febbraio 2013. Avvocato e avversario del partito islamista Ennahda al potere all’epoca, Belaid, 48 anni, era stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua automobile davanti a casa.
A più di undici anni dall’omicidio, il tribunale di prima istanza di Tunisi ha condannato quattro persone a morte e due all’ergastolo, ha affermato il 27 marzo alla tv pubblica Aymen Chtiba, procuratore generale aggiunto del polo giudiziario antiterrorismo.
“Giustizia è fatta”, ha aggiunto Chtiba.
Altri imputati sono stati condannati a pene da due a 120 anni di prigione, mentre cinque sono stati assolti.
Iscriviti a Africana |
Cosa succede in Africa. A cura di Francesca Sibani. Ogni giovedì.
|
Iscriviti |
Iscriviti a Africana
|
Cosa succede in Africa. A cura di Francesca Sibani. Ogni giovedì.
|
Iscriviti |
Circondato da manifestanti di sinistra che si sono riuniti nel centro di Tunisi, Abdelmajid Belaid, fratello della vittima, ha dichiarato all’Afp che “la prima battaglia è vinta”, ma che continuerà a lottare per far emergere le responsabilità del partito Ennahda.
Ennahda ha invece pubblicato un comunicato in cui si afferma che la sentenza dimostra la sua totale estraneità alla vicenda.
“Ci sono altre persone coinvolte nell’omicidio che avevano legami diretti con Rachid Ghannouchi”, ha dichiarato Abdelmajid Belaid, riferendosi al leader di Ennahda e principale esponente dell’opposizione, in prigione da più di un anno.
Ennahda ha dominato la politica tunisina dalla rivoluzione del 2011, che ha fatto crollare il regime di Zine el Abidine Ben Ali, fino all’arrivo al potere dell’attuale presidente Kais Saied, che nel luglio 2021 ha assunto i pieni poteri.