Il 27 marzo il primo ministro Gabriel Attal ha annunciato che lo stato denuncerà per “calunnia” una ragazza coinvolta in una polemica sul velo a scuola che ha portato alle dimissioni del preside del liceo Maurice-Ravel a Parigi, che aveva ricevuto minacce di morte online.
“Lo stato sarà sempre al fianco dei suoi servitori, che sono in prima linea nella difesa della laicità di fronte ai tentativi islamisti d’insinuarsi nelle nostre scuole”, ha dichiarato Attal sull’emittente tv Tf1, dopo aver ricevuto nel pomeriggio il preside insieme alla ministra dell’istruzione Nicole Belloubet.
“Il preside si è limitato a compiere il suo dovere chiedendo a una giovane donna di rispettare la legge togliendosi il velo in classe”, ha aggiunto il premier, riferendosi a una legge del 2004 che vieta d’indossare simboli religiosi a scuola.
Attal ha poi ricordato la morte di Dominique Bernard e Samuel Paty, due insegnanti uccisi in attacchi islamisti.
Fallimento collettivo
Il preside aveva ricevuto minacce di morte online dopo la lite con l’allieva, avvenuta il 28 febbraio.
Dopo l’apertura di un’inchiesta a Parigi per “molestie informatiche”, un uomo di 26 anni è stato arrestato e sarà processato il 23 aprile per aver minacciato di morte il preside.
Il 26 marzo il preside ha lasciato il suo incarico “per motivi di sicurezza”, secondo un messaggio inviato a insegnanti, studenti e genitori dal nuovo preside.
Il rettorato ha invece parlato di “pensionamento anticipato in considerazione degli eventi delle ultime settimane”.
I principali leader politici, dalla sinistra all’estrema destra, hanno denunciato un fallimento collettivo di fronte al movimento islamista.