Il 9 aprile il parlamento ha nominato ufficialmente Simon Harris come primo ministro irlandese, in sostituzione di Leo Varadkar, che si è dimesso il mese scorso per motivi personali e politici.
Il partito di centrodestra Fine Gael, che fa parte di una coalizione di governo composta da tre partiti, ha scelto Harris, 37 anni, come leader in seguito a un’elezione senza contendenti dopo le dimissioni di Varadkar.
Impegnandosi a rivitalizzare e a “far ripartire” il suo partito, Harris ha dichiarato che intende riportarlo verso “valori fondamentali” come la promozione delle aziende, dell’agricoltura, “della legge e dell’ordine”.
Harris diventerà il più giovane taoiseach – una parola gaelica che significa “capo” o “leader” – nella storia del paese. Varadkar aveva 38 anni quando ha assunto il ruolo nel 2017.
Varadkar, che era al suo secondo mandato come primo ministro e a 45 anni è ancora uno dei leader più giovani d’Europa, ha detto che quando si è dimesso sentiva di non essere più la “persona giusta” per guidare il paese.
“I politici sono esseri umani. Abbiamo i nostri limiti”, ha dichiarato il 20 marzo a Dublino, circondato dai suoi colleghi di governo del Fine Gael.
“Diamo tutto finché non ne possiamo più e poi dobbiamo andare avanti”, ha aggiunto.
L’arrivo al premierato di Harris è il coronamento di una rapida ascesa politica.
All’età di 16 anni è entrato a far parte del ramo giovanile del Fine Gael e ha scalato i suoi ranghi.
Consigliere di contea a 22 anni, è stato eletto in parlamento a 24 anni, nel 2011.
All’epoca era il più giovane deputato ed era soprannominato baby of the dail (il bambino del parlamento irlandese).
È stato nominato ministro della salute nel 2016 a soli 29 anni e ministro dell’istruzione nel 2020. Anche i suoi critici ammettono che è un comunicatore di talento.
Il protagonismo di Harris sui social media, in particolare su TikTok, lo ha reso uno dei politici più noti in Irlanda.
Il nuovo premier dovrà affrontare una lunga lista di cose da fare, tra cui la crisi degli alloggi e dei senzatetto e le critiche sui richiedenti asilo.
Uno dei suoi primi compiti sarà quello di scegliere i suoi ministri.
Harris ha dichiarato la scorsa settimana che alcuni saranno “giustamente felici”, mentre altri “proveranno un senso di delusione personale”.
“Farò del mio meglio per usare il miglior buon senso che ho nel mandato che mi è stato dato da questo partito e per mettere insieme il miglior governo”, ha aggiunto.
Quando è stato scelto il mese scorso, Harris ha detto ai membri del partito che avrebbe ripagato la loro fiducia con “duro lavoro, con sangue, sudore e lacrime, giorno dopo giorno, con responsabilità, umiltà e civiltà”.
Ha inoltre dichiarato che perseguirà una politica di immigrazione “più pianificata e sostenibile”, dopo l’aumento delle tensioni sul tema, e che “combatterà contro i pericoli del populismo”.
Con la sua reputazione di abile comunicatore, Harris cercherà anche di ricompattare il suo partito in difficoltà, che è indietro nei sondaggi mentre si avvicinano elezioni fondamentali.
L’Irlanda vota il 7 giugno per le elezioni locali e per il parlamento europeo, mentre le prossime elezioni generali dovranno tenersi entro marzo 2025.
Il Fine Gael è crollato al terzo posto alle ultime elezioni generali del 2020, ben dietro al nazionalista di sinistra Sinn Féin, che si è assicurato la quota maggiore di voti.
Il Sinn Féin - l’ex ala politica dell’Ira - è rimasto fuori dalla coalizione di governo ed è ancora in testa nei sondaggi.