Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha promesso l’11 aprile di attuare le riforme dopo la netta sconfitta del suo partito nelle elezioni legislative del 10 aprile, da cui è uscita rafforzata l’opposizione di centrosinistra.
Han Dong-hoon, leader del Partito del potere popolare (Ppp), la formazione di Yoon, e il primo ministro Han Duck-soo si sono dimessi dopo la sconfitta elettorale.
“Terrò conto della volontà del popolo e farò del mio meglio per attuare le riforme e stabilizzare l’economia”, ha affermato Yoon.
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Secondo i risultati quasi definitivi del voto, il Ppp e i suoi alleati hanno ottenuto 108 seggi su trecento, contro i 114 della precedente legislatura.
Il Partito democratico di Corea (centrosinistra) – guidato da Lee Jae-myung, che tre mesi fa è stato gravemente ferito da un uomo armato di coltello – e i suoi alleati hanno invece ottenuto 174 seggi, contro i 156 della precedente legislatura.
Tuttavia, la vittoria dell’opposizione è stata meno netta di quanto suggerivano gli exit poll. Tutti i partiti d’opposizione messi insieme non hanno raggiunto una “supermaggioranza” di oltre duecento seggi su trecento, che gli avrebbe permesso di aggirare il potere di veto di Yoon e perfino di avviare una procedura per la sua destituzione.
I risultati delle elezioni lasciano presagire una seconda parte di mandato difficile per Yoon, che nelle presidenziali del 2022 aveva sconfitto Lee di stretta misura. Anche prima di queste legislative, la mancanza di una maggioranza parlamentare gli aveva impedito di attuare gran parte del suo programma di destra.
Da quando si è insediato, Yoon ha perseguito una politica di fermezza nei confronti della Corea del Nord, rafforzando l’alleanza con gli Stati Uniti e riavvicinandosi al Giappone, l’ex potenza coloniale con cui rimangono alcuni contrasti storici.
Secondo alcuni analisti politici, Yoon ha però deluso le aspettative in tema di economia, soprattutto per quanto riguarda la lotta all’inflazione e la riduzione delle disuguaglianze.
Lee, coinvolto in una serie di inchieste per corruzione che lui considera politicamente motivate, ha invece rafforzato la sua posizione in vista delle presidenziali del 2027.