Il 15 aprile il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. ha escluso la possibilità di consegnare il suo predecessore Rodrigo Duterte alla Corte penale internazionale (Cpi), che sta conducendo un’inchiesta sulla sua sanguinosa guerra alla droga.
“Ignorerei un eventuale mandato d’arresto”, ha affermato Marcos nel corso di un incontro con l’associazione della stampa estera.
La guerra alla droga inaugurata da Duterte nel 2016, e portata avanti da Marcos, ha causato la morte di migliaia di persone. Secondo la Corte penale internazionale, potrebbero essere stati commessi crimini contro l’umanità.
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Duterte aveva annunciato il ritiro delle Filippine dalla Cpi nel 2019, dopo che il tribunale delle Nazioni Unite aveva avviato un’indagine preliminare sulle violazioni dei diritti umani commesse durante la guerra alla droga.
La Corte aveva poi aperto un’inchiesta ufficiale nel settembre 2021, per poi sospenderla due mesi dopo quando le autorità filippine avevano promesso indagini indipendenti sugli omicidi di presunti trafficanti di droga attribuiti alla polizia, a gruppi di autodifesa e a criminali comuni.
Il procuratore capo della Cpi Karim Ahmad Khan aveva poi chiesto la riapertura dell’inchiesta nel giugno 2022, richiesta accolta nel gennaio 2023.
Secondo i dati ufficiali del governo filippino, più di seimila persone sono state uccise durante le operazioni antidroga.
Secondo le stime della Cpi, le vittime della guerra alla droga sono invece tra le dodicimila e le trentamila.
Verso le elezioni di metà mandato
L’attuale capo dello stato, figlio e omonimo dell’ex dittatore Ferdinand Marcos (1965-1986), ha vinto nettamente le elezioni presidenziali del 2022 grazie a una vasta campagna sui social network che ha riscritto la storia del paese e ripristinato la reputazione della sua famiglia.
La vicepresidente Sara Duterte, figlia di Rodrigo Duterte, ha aiutato Marcos a ottenere il sostegno cruciale dell’elettorato dell’isola di Mindanao, di cui la famiglia Duterte è originaria.
Ma di recente le relazioni tra le famiglie Marcos e Duterte si sono deteriorate, soprattutto a causa di tensioni legate alle elezioni di metà mandato, previste nel 2025.