Il 17 aprile il parlamento svedese ha approvato una legislazione sulla transizione di genere che abbassa l’età minima per la rettifica del sesso allo stato civile da 18 a 16 anni e facilita l’accesso ai trattamenti medici.
Dopo sei ore di acceso dibattito i deputati hanno approvato la legislazione con 234 voti a favore e 94 contrari.
“Sono norme sbagliate, che non tutelano i minorenni”, ha dichiarato Jimmie Åkesson, leader del partito di estrema destra Democratici svedesi.
Sostegno dell’opposizione di sinistra
Il provvedimento è costituito da due leggi distinte: una regolamenta la riattribuzione del genere allo stato civile e l’altra l’accesso ai trattamenti medici.
Una volta entrate in vigore, il 1 luglio 2025, sarà possibile rettificare il genere nei registri dello stato civile già a 16 anni, con il consenso dei genitori, di un medico e della Direzione nazionale per la salute e gli affari sociali.
Non sarà più necessaria una diagnosi di “disforia di genere”.
“La Svezia si è finalmente dotata di una legge moderna sull’identità di genere”, ha affermato Muharrem Demirok, leader del Partito di centro.
Secondo alcuni analisti politici, il primo ministro conservatore Ulf Kristersson, che ha ammesso di essersi piegato ad alcune correnti del suo partito, è uscito indebolito dall’approvazione della legislazione, resa possibile dal sostegno dell’opposizione di sinistra.
“Oggi la procedura per la rettifica di genere allo stato civile è molto lunga, e può richiedere fino a sette anni”, ha dichiarato all’Afp Peter Sidlund Ponkala, presidente della Federazione nazionale per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer (Rfsl).
Gli interventi chirurgici per cambiare sesso continueranno a essere consentiti solo a partire dai 18 anni, ma non richiederanno più l’approvazione della Direzione nazionale per la salute e gli affari sociali.
Secondo un sondaggio pubblicato questa settimana, quasi il 60 per cento dei cittadini svedesi è contrario alla nuova legislazione, mentre solo il 22 per cento è favorevole.