Il 23 aprile si moltiplicano gli appelli internazionali al Regno Unito, per chiedere di sospendere i trasferimenti forzati dei richiedenti asilo in Ruanda, dopo che il parlamento britannico ha approvato una legge che il primo ministro conservatore Rishi Sunak ha definito “storica”.
Dopo mesi di battaglie, il 22 aprile il parlamento britannico ha approvato una legge che consente l’espulsione dei richiedenti asilo entrati in maniera irregolare nel Regno Unito. La legge deve ora ricevere il sigillo reale prima di entrare in vigore, ma si tratta di una formalità.
Il governo spera di cominciare gli sgomberi “entro dieci o dodici settimane”. “L’adozione di questa legge storica non è solo un passo in avanti, ma anche un cambiamento fondamentale nella gestione della migrazione”, ha dichiarato Rishi Sunak in una conferenza stampa.
“La legge chiarisce che chi viene nel Regno Unito in maniera irregolare, non potrà restare”, ha aggiunto.
A seguito dell’approvazione della legge, le Nazioni Unite, già molto critiche nei confronti del progetto, hanno chiesto a Londra di “riconsiderare il suo piano”.
L’Alto Commissario per i diritti umani, Volker Türk, e il responsabile per i rifugiati, Filippo Grandi, hanno invitato il governo “ad assumere misure pratiche per combattere i flussi irregolari di rifugiati e migranti, sulla base della cooperazione internazionale e del rispetto del diritto internazionale dei diritti umani”.
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Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Michael O’Flaherty, ha definito la legge “un attacco all’indipendenza della magistratura”.
Il Consiglio d’Europa conta 46 membri, tra cui il Regno Unito, ed è depositario della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Nel giugno 2022, la corte europea dei diritti umani ha bloccato all’ultimo minuto un primo volo verso il Ruanda.
Da parte sua, Kigali si è detta “soddisfatta” dell’adozione del testo, con la portavoce del governo Yolande Makolo che ha aggiunto che le autorità “non vedono l’ora di accogliere le persone trasferite in Ruanda”.
Il governo conservatore britannico, in difficoltà nei sondaggi a pochi mesi dalle elezioni politiche, ha fatto della lotta all’immigrazione una priorità e ha promesso di “fermare i barconi” di migranti che attraversano la Manica per raggiungere il paese.
Il piano prevede di trasferire in maniera forzata i richiedenti asilo arrivati in maniera irregolare nel Regno Unito da qualsiasi parte provengano, in Ruanda, dove verranno esaminate le loro richieste di asilo. Qualunque sia l’esito, non potranno tornare nel Regno Unito.
Sostenuto da un nuovo accordo tra Londra e Kigali, il testo adottato dal parlamento britannico è stato la risposta alle conclusioni della corte suprema, che lo scorso novembre aveva dichiarato illegale il primo progetto presentato dal governo Sunak.
La nuova legge afferma che il Ruanda è un “paese sicuro” e prevede che il governo possa ignorare eventuali provvedimenti della Corte europea dei diritti umani (Cedu) per fermare i trasferimenti forzati.
La legge “dimostra che il parlamento britannico è sovrano, dando al governo il potere di respingere le misure di blocco provvisorie imposte dai tribunali europei”, ha dichiarato entusiasta il ministro dell’interno James Cleverly.
Le associazioni che difendono i diritti umani, da tempo contrari al progetto, hanno criticato il voto. Si tratta di una “vergogna nazionale” e “lascerà una macchia sulla reputazione morale di questo paese”, ha dichiarato Sacha Deshmukh, responsabile di Amnesty international nel Regno Unito in un comunicato.
In una dichiarazione congiunta, Amnesty international, Freedom from torture e Liberty hanno descritto il testo come “una minaccia significativa allo stato di diritto”.
Sebbene si preveda un’azione legale, Rishi Sunak ha assicurato che gli aerei per il Ruanda “decolleranno, qualunque cosa accada”. Il governo ha mobilitato centinaia di persone, compresi i giudici, per affrontare rapidamente eventuali ricorsi da parte dei migranti, gli aerei sono già stati prenotati e sono stati resi disponibili dei posti in detenzione.