Il presidente liberiano Joseph Boakai ha firmato il 2 maggio un decreto che rappresenta un passo importante verso la creazione di un tribunale per giudicare i crimini commessi durante la guerra civile.
Circa 250mila persone hanno perso la vita nel corso delle due guerre civili che hanno insanguinato questo paese anglofono dell’Africa occidentale tra il 1989 e il 2003.
Nonostante le pressioni della società civile e della comunità internazionale, la Liberia non ha ancora celebrato processi su questo periodo caratterizzato da massacri di civili, atti di cannibalismo, torture, stupri, mutilazioni e arruolamento di bambini soldato.
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Il decreto presidenziale istituisce un “ufficio del tribunale per i crimini di guerra e i crimini economici” che avrà il compito di creare un tribunale “ispirato ai principali modelli internazionali per i crimini di guerra”.
“L’ufficio collaborerà con i partner internazionali alla raccolta di fondi per il tribunale”, si legge nel testo del decreto.
Prima di firmare il decreto nella capitale Monrovia, Boakai ha spiegato che l’obiettivo è “fare giustizia e guarire le cicatrici di questa tragica e violenta disavventura”.
Nei mesi scorsi sia la camera sia il senato avevano approvato la creazione di un tribunale speciale sostenuto dalle Nazioni Unite “per giudicare i principali responsabili di crimini di guerra e crimini contro l’umanità”.
Prima dell’insediamento di Boakai a gennaio, le raccomandazioni della Commissione verità e riconciliazione (Trc), tra le quali c’era la creazione di un tribunale per i crimini di guerra, erano state ampiamente ignorate. Ancora oggi alcuni dei principali signori della guerra dell’epoca conservano posizioni di primo piano nelle loro comunità.
Tuttavia, alcune condanne sono state emesse da tribunali stranieri. L’ex comandante ribelle Kunti Kamara è stato condannato in appello il 27 marzo da un tribunale francese, in base al principio della giurisdizione universale, a trent’anni di prigione per crimini contro l’umanità commessi durante la prima guerra civile.