Almeno 41 persone sono morte nelle alluvioni e nelle colate di lava fredda che hanno colpito l’isola di Sumatra, in Indonesia, mentre altre diciassette persone risultano disperse, ha dichiarato il 13 maggio all’Afp il portavoce dell’agenzia locale per la gestione dei disastri naturali.
Piogge torrenziali sono cadute per diverse ore tra l’11 e il 12 maggio nei distretti di Agam e Tanah Datar, nella parte ovest dell’isola, causando alluvioni e colate di lava fredda dal vulcano Marapi.
“Ieri sera avevamo 37 vittime, ma oggi il bilancio è salito a 41”, ha affermato Ilham Wahab. “Abbiamo anche tre dispersi nel distretto di Agam e quattordici in quello di Tanah Datar”.
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Non è ancora chiaro quante persone abbiano dovuto lasciare le loro case.
“Al momento ci stiamo concentrando sulla ricerca delle vittime e dei dispersi, poi penseremo agli sfollati”, ha spiegato Wahab.
Molte strade dei due distretti si sono trasformate in fiumi di fango, che hanno sommerso le case e trascinato automobili in un vicino fiume, mentre la lava fredda scendeva dal vulcano.
La lava fredda è formata dai materiali presenti lungo le pareti di un vulcano: cenere, sabbia e rocce.
Il ruolo della deforestazione
Nel distretto di Agam, che ha più di mezzo milione di abitanti, decine di case e di edifici pubblici sono stati danneggiati, secondo l’agenzia locale per la gestione dei disastri naturali.
L’Agenzia nazionale per la gestione delle catastrofi (Bnpb) ha invece affermato che in quello di Tanah Datar sono state danneggiate 84 case, sedici ponti e due moschee, oltre a venti ettari di coltivazioni di riso.
Frane e alluvioni sono molto frequenti in Indonesia durante la stagione delle piogge. Spesso i disastri naturali sono aggravati dalla deforestazione.